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SVIZZERALa legge sull'energia «ci renderà meno dipendenti dall'estero»

04.04.24 - 10:21
A detta dell'alleanza, il disegno di legge sottoposto al giudizio popolare promuoverà la produzione di corrente indigena.
Getty Images
Fonte ATS
La legge sull'energia «ci renderà meno dipendenti dall'estero»
A detta dell'alleanza, il disegno di legge sottoposto al giudizio popolare promuoverà la produzione di corrente indigena.

BERNA - Si affilano le armi in vista della consultazione del 9 di giugno: i sostenitori della Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili hanno dato il "via" oggi alla campagna di votazione per sostenere un progetto che, a loro parere, ci renderà meno dipendenti dall'estero.

Davanti ai media, questa ampia alleanza - cui fanno parte circa 110 parlamentari e numerose organizzazioni economiche e ambientali - ha sostenuto che la legge non comporterà alcun costo aggiuntivo per i cittadini. Avrà inoltre il compito di sviluppare rapidamente le energie rinnovabili nel rispetto del paesaggio e dell'ambiente.

A detta dell'alleanza, il disegno di legge sottoposto al giudizio popolare promuoverà inoltre la produzione di corrente indigena, specie in inverno, agendo anche da stabilizzatore dei prezzi.

I sostenitori della legge sono inoltre convinti che il crescente fabbisogno di elettricità potrà essere soddisfatto dalle energie rinnovabili locali. Con lo sviluppo dell'energia idroelettrica e dei progetti solari ed eolici, la legge garantisce prima di tutto la produzione in inverno. Di conseguenza, la Svizzera sarà in grado di approvvigionarsi di una maggiore quantità di energia propria e di ridurre la sua dipendenza dall'estero durante la stagione fredda.

Diverso il parere della Fondazione Franz Weber, sostenuta da altre organizzazioni, che ha lanciato un referendum raccogliendo oltre 63 mila adesioni. Gli oppositori considerano invece il progetto una minaccia per la protezione della natura e del paesaggio poiché faciliterebbe il disboscamento e l'installazione di pannelli solari nei pendii alpini.

Critiche rintuzzate quest'oggi dai sostenitori del progetto di legge che, a loro avviso, non solo protegge la natura, ma anche i consumatori dal momento che l'incremento di corrente garantirà prezzi più stabili per le forniture di base. Inoltre, la produzione invernale ridurrà anche il rischio di costose misure di emergenza.

Oltre l'80% dei progetti previsti sarà installato su infrastrutture esistenti, compresi tetti e facciate, hanno spiegato. La legge sull'elettricità non danneggerà quindi la natura. Essa obbliga i Cantoni a considerare in modo imperativo gli interessi della protezione della natura e del paesaggio.

L'alleanza riunisce rappresentanti di tutto lo spettro politico, dai Verdi al PS, dal Centro all'UDC, con quest'ultima però divisa al suo interno. Benché la maggioranza dei membri del più grande partito svizzero abbia votato recentemente contro il progetto, alcuni suoi illustri rappresentanti, come il "senatore" turgoviese Jakob Stark, lo sostengono attivamente.

Gli obiettivi della legge - Come accennato, uno degli obiettivi del pacchetto di misure sottoposto al voto è rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento durante la stagione invernale: entro il 2040 bisognerà aumentare la produzione di corrente da rinnovabili di almeno sei Terawattora (TWh). Di questi, almeno due TWh dovranno essere disponibili in modo affidabile (leggi: idroelettrico).

Più in generale, 35 TWh di elettricità dovranno essere prodotti nel 2035 utilizzando energie rinnovabili - l'energia idroelettrica esclusa - e 45 TWh nel 2050. Le esigenze per l'idroelettrico sono fissate a 37,9 TWh e 39,2 TWh.

Per riuscirci, il Parlamento ha deciso che i grandi impianti idroelettrici, fotovoltaici, eolici e di pompaggio-turbinaggio potranno essere costruiti più facilmente. Essendo ora dichiarati di interesse nazionale, avranno, a determinate condizioni, la priorità sulla tutela della natura e del paesaggio. Se gli obiettivi non verranno raggiunti, anche gli impianti più piccoli potranno ottenere gli stessi privilegi.

Tutela della natura - Non potranno tuttavia essere realizzate nuove infrastrutture nei biotopi di importanza nazionale o nelle riserve di uccelli acquatici e migratori, ad eccezione dei nuovi margini proglaciali e delle pianure alluvionali alpine.

Come noto, sono previsti anche una quindicina di progetti di centrali idroelettriche, peraltro già definiti da una tavola rotonda. Fra di loro figura l'innalzamento della diga del Lago del Sambuco in Valmaggia con l'annesso ampliamento della centrale di Peccia. Durante le discussioni il Parlamento ha anche aggiunto l'impianto Chlus, in Prettigovia (GR).

Pannelli e deflussi residuali - Per quanto riguarda il fotovoltaico, il parlamento ha rinunciato all'obbligo generalizzato di installare pannelli sui tetti o le facciate. Inizialmente il Nazionale voleva un obbligo generale (ossia tutti i nuovi edifici che si prestano e quelli che subiscono ristrutturazioni importanti), ma vista l'opposizione degli Stati ha però deciso di limitare tale vincolo agli immobili nuovi che hanno una superficie al suolo superiore a 300 metri quadrati.

Riguardo ai deflussi minimi, le Camere hanno deciso che l'allentamento delle prescrizioni in materia di deflusso residuale per le centrali idroelettriche sarà possibile solo in caso di penuria.

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