Secondo uno studio la loro presenza crea effetti ben oltre gli ecosistemi nei quali si insediano. «L'impatto può vedersi a cento chilometri»
BERNA - Le specie invasive hanno un impatto sulla biodiversità più vasto rispetto a quanto si ritenesse finora. Secondo uno studio dell'Istituto per la Ricerca sulle Acque (Eawag) e dell'Università di Zurigo, hanno effetti ben oltre gli ecosistemi nei quali si insediano.
Le specie invasive possono avere impatti ecologici fino a 100 chilometri oltre l'ecosistema in cui si insediano, spiegano gli autori dello studio. In un comunicato odierno, viene sottolineato come tali scoperte siano di grande importanza per la gestione degli ecosistemi.
Nel loro lavoro - pubblicato sulla rivista specializzata "Nature Ecology & Evolution" - viene fatto un esempio elvetico: l'immissione della pianta balsamina ghiandolosa (Impatiens glandulifera), originaria dell'Himalaya, ha fatto sì che le sostanze vegetali secondarie prodotte da questa specie venissero dilavate in ecosistemi acquatici limitrofi, compromettendo la crescita e il tasso di riproduzione degli organismi acquatici.
Un altro esempio che viene fatto è quello dei ratti (Rattus spp.) che sono stati introdotti su alcune isole dell'arcipelago delle Chagos nell'Oceano Indiano. Questi predatori invasivi hanno notevolmente fatto diminuire la densità degli uccelli presenti sulle isole. Meno uccelli significa meno guano e di conseguenza si è verificato un minore afflusso di azoto dalle isole alle barriere coralline. Ciò a sua volta ha avuto ripercussioni sui pesci delle barriere coralline, la cui biomassa è diminuita fino al 50%. Questa situazione ha fortemente alterato importanti funzioni ecosistemiche dei pesci, come la brucatura e la bioerosione.
«Il nostro lavoro dimostra che gli effetti delle specie invasive rappresentano un fenomeno onnipresente che va ben al di là dei confini degli ecosistemi», ha detto la post dottoranda Tianna Peller, citata nella nota. Tali specie causano «alterazioni della biodiversità nonché delle funzioni ecosistemiche a livello mondiale». Ecco perché occorre una gestione integrale delle specie invasive.