Una panoramica degli stipendi dei CEO delle maggiori società svizzere quotate in borsa fa luce sugli aumenti: il 15% in più rispetto al 2023
ZURIGO - Manager pagati sempre più profumatamente: è quanto emerge da un'inchiesta della SonntagsZeitung. Una panoramica degli stipendi dei CEO delle maggiori società svizzere quotate in borsa fa luce sull'incremento dei compensi, balzati a un +15% rispetto al 2023. Rispetto al 2013, anno dell'iniziativa Minder con la quale si è voluto porre un freno a «liquidazioni, altre indennità, retribuzioni anticipate, premi per acquisizioni e vendite di ditte e contratti supplementari di consulenza», gli stipendi sono aumentati del 37%.
I manager "paperoni - La SonntagsZeitung illumina il teatro dei "paperoni" che ai vertici delle società brillano per il conto in banca. Si va dal «CEO di Novartis Vas Narasimhan» che «ha fatto scalpore, guadagnando 16,2 milioni di franchi svizzeri l'anno scorso, quasi il doppio rispetto al 2022», al collega Thomas Schinecker di Roche «che ha quasi impallidito con i suoi 9,6 milioni di franchi svizzeri». A torto - scrive il domenicale - visto che è CEO solo dal 1° aprile 2023 «e in precedenza era solo un membro del Comitato esecutivo. Per l'intero anno avrebbe probabilmente guadagnato oltre 10 milioni di franchi svizzeri, anche se le azioni Roche stanno trascinando al ribasso l'intero SMI con un calo del 18%».
Stesso discorso per Nestlé, le cui azioni sono scese anch'esse del 18% rispetto all'anno precedente, «ma il CEO Mark Schneider ha guadagnato quasi un milione in più. L'aumento di stipendio di UBS è sbalorditivo. Solo ufficialmente Ermotti guadagna quasi 2 milioni di franchi svizzeri in più rispetto al suo predecessore Ralph Hamers, ma in realtà è molto di più, come dimostra un'analisi più approfondita delle cifre di UBS» sottolinea la SonntagsZeitung.
L'alchimia degli stipendi di UBS - La relazione annuale di UBS è di 430 pagine, di queste ben 44 sono dedicate a spiegare perché i loro banchieri ricevono bonus così elevati. La SonntagsZeitung spiega che le cose non sono proprio così semplici come si crede e «la semplice lettura del rapporto non è sufficiente per capire». E spiega che «se una persona riceve 14,4 milioni di franchi per 9 mesi, ha uno stipendio annuale di 19,2 milioni di franchi». Ma la questione - scrive il domenicale - sono un po' più complesse. Il perché lo si scopre a pagina 247, «dove si legge che lo stipendio di Ermotti non consiste semplicemente nel suo salario fisso di 2,5 milioni, ma che a questo si aggiungono varie altre cose: i contributi al fondo pensione, per esempio, e naturalmente i programmi di bonus, che sono stati battezzati LTIP (Long-Term Incentive Plan) e DCCP (Deferred Contingent Capital Plan). Una nota a piè di pagina fornisce informazioni sui dettagli di entrambi i programmi». Per leggerle, tuttavia, «è necessaria una lente d'ingrandimento».
Ma il domenicale non si è perso d'animo e ha messo a fuoco i dettagli arrivando alla conclusione che «le azioni che Ermotti riceverà tra tre anni avranno un valore» che il domenicale calcola in «8,75 milioni di franchi svizzeri, ossia 3,9 milioni di franchi svizzeri o ben l'80% in più rispetto al suo predecessore Ralph Hamers». Così per la SonntagsZeitung, «lo stipendio annualizzato di Ermotti non è di 14,4 milioni di franchi, ma di 21,8 milioni. La maggior parte di questa cifra non è ancora stata versata, anche se nei prossimi tre anni dovrà raggiungere obiettivi non molto ambiziosi per ricevere almeno la maggior parte del resto».
I bonus continueranno ad aumentare - Nell'inchiesta del domenicale zurighese emerge anche un altro fatto che riguarda il tetto di introito derivante da bonus: il regolamento della superbanca dice che il Ceo «può guadagnare solo cinque volte lo stipendio base come bonus. In altre parole, cinque volte 2,5 milioni di franchi svizzeri più lo stipendio base di 2,5 milioni di franchi svizzeri, ossia 15 milioni di franchi svizzeri». Ma questo stato di cose è destinato a cambiare, come spiegato a pagina 242 della relazione UBS: «In futuro, il limite massimo dovrebbe essere pari a sette volte lo stipendio base. Nel caso di Ermotti, si tratterebbe ufficialmente di 20 milioni di franchi svizzeri. Per l'intero Comitato esecutivo, il limite massimo sarebbe quindi di 230 milioni di franchi svizzeri, 90 milioni di franchi svizzeri o il 63% in più rispetto a oggi».
Le reazioni della politica - La politica, di fronte a queste cifre, comincia a mostrare qualche segno di insofferenza: «Come se non avessimo dovuto salvare UBS 15 anni fa e CreditSuisse un anno fa - dice la co-presidente del PS Mattea Meyer - i capi delle banche hanno agito sapendo di avere totale libertà d'azione perché la società sarebbe stata salvata dai contribuenti in caso di emergenza. E sanno anche che le classi medie gridano sempre, ma poi si rannicchiano quando si tratta di limitare i risarcimenti e di chiedere conto ai responsabili».
Oltre ai tetti ai bonus e a requisiti patrimoniali più severi, il PS chiede che i dirigenti e i membri dei consigli di amministrazione delle società di importanza sistemica siano personalmente responsabili in caso di perdite.
Sulla vicenda dei "superstipendi" è intervenuto anche il presidente del PLR Thierry Burkart: «È evidente che l'iniziativa Minder non ha ottenuto nulla oltre alla burocrazia - ha affermato - e gli avidi manager sono i becchini del nostro ordine economico liberale, perché distruggono la fiducia della popolazione con i loro stipendi esorbitanti».
Per il consigliere nazionale dell'UDC Mauro Tuena, «anche se UBS ha una garanzia statale de facto, non è autorizzata a pagare tali stipendi».