La CDDGP: «Bisogna lavorare per individuare le cause e trovare delle soluzioni».
BERNA - Occorre introdurre misure per combattere il sovraccarico delle autorità di perseguimento penale svizzere: è di questo avviso la Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP).
Anzitutto è necessario stabilire le cause di tale carico di lavoro eccessivo e poi trovare delle soluzioni: a tal fine la CDDGP ha approvato un progetto che si prefigge di fare luce su questi aspetti.
Con oltre 100'000 casi aperti, la giustizia svizzera è prossima al collasso, si legge in un comunicato, e si sospetta che all'origine vi sia l'unificazione del diritto di procedura penale, che è stato introdotto il primo gennaio 2011.
L'intera "filiera penale", dalla polizia alla procura fino ai tribunali, continua la nota redatta dalla Commissione del diritto penale della CDDGP, il cui presidente è il consigliere di Stato ticinese Norman Gobbi (Lega), ha un organico troppo ridotto. Ciò ha portato, nel corso degli anni, a un costante aumento dei casi divenuto quasi ingestibile per tutte le autorità.
Il timore è condiviso anche dal procuratore generale della Confederazione Stefan Blättler, che ieri ha asserito di prevedere un forte aumento dei casi nei prossimi anni. Ha sottolineato che il lavoro delle autorità giudiziarie dipende anche dalla disponibilità di un numero sufficiente di inquirenti.
Il progetto della CDDGP, i cui primi risultati sono attesi entro un anno, mira anche a valutare le priorità da parte dei cantoni, nonché i possibili guadagni in termini di efficienza attraverso la digitalizzazione e, soprattutto, sulle possibili applicazioni dell'intelligenza artificiale.
La pubblicazione del rapporto finale è invece prevista per la fine del 2025: se dalla ricerca dovesse emergere la necessità di una revisione legislativa, questa sarà affrontata in una seconda fase in un progetto separato.