L'Università di Zurigo rompe il silenzio e per la prima volta fornisce i dati di abusi e molestie. Il fenomeno è in aumento
ZURIGO - L’Università di Zurigo ha rotto il tabù sulle molestie sessuali all’interno dell’ateneo. Per anni si era rifiutata di fornire le cifre. Si era sempre appellata al principio della protezione dei dati, e perfino quando il parlamento cantonale aveva chiesto di rivelare i casi, si era tirata indietro giustificandosi con la scusa che con l’eventuale pubblicazione dei casi ci sarebbe potuta essere una possibile identificazione delle persone coinvolte. Una giustificazione che non aveva convinto nemmeno il responsabile della protezione dei dati del Cantone di Zurigo.
Ora, su esplicita richiesta da parte del quotidiano NZZ di accedere all’intera documentazione in virtù del diritto di cronaca, l’Università ha rivelato il numero delle molestie sessuali. Un numero che è andato aumentando negli ultimi anni: 43 casi lo scorso anno. Nel 2022 erano stati 31. Ventisette invece nel 2021.
I 43 casi di molestie sessuali segnalati lo scorso anno vanno messi in rapporto ai numeri dell’ateneo, una struttura che conta circa 28.000 studenti e un organico di 10.000 dipendenti.
La Nzz scrive che l’Università suddivide i casi in cinque livelli di gravità. La maggior parte di questi sono casi lievi, poi ci sono quelli moderatamente gravi, quelli complessi, quelli gravi di evidente rilevanza penale e infine i casi molto gravi. Ognuno di loro ha una breve descrizione, ma il quotidiano zurighese non ha avuto accesso ai dettagli di ogni singolo caso. «Sebbene non si conoscano i dettagli e le singole sezioni dove gli abusi sarebbero avvenuti, dai documenti pubblicati e da una lettera di accompagnamento dell'Ufficio per la protezione dei dati dell'università, risulta chiaro che non si tratta di questioni banali» scrive il quotidiano.
Nel rapporto annuale del 2022, l’ateneo ha specificato che i casi di molestie sessuali spesso si accompagnano a possibili situazioni di minacce e di stalkeraggio.