Nel 2023 in Svizzera ci sono stati 876 casi di discriminazione razziale, quasi un quarto in più rispetto all'anno precedente.
BERNA - Nel 2023, la Rete di consulenza per le vittime del razzismo ha censito e analizzato 876 casi di discriminazione razziale, 168 in più (+24%) rispetto all'anno precedente. Con 181 segnalazioni, il settore più colpito è quello della formazione.
In un comunicato, la Commissione federale contro il razzismo, humanrights.ch e la Rete di consulenza per le vittime del razzismo precisano che la forma di discriminazione più ricorrente è la xenofobia (387 segnalazioni), seguita dal razzismo anti-neri (327). È inoltre aumentata l'ostilità nei confronti delle persone provenienti dai Paesi arabi (69) e il razzismo anti-musulmano (62). Con 46 segnalazioni, sono cresciuti in modo significativo anche i casi di antisemitismo.
Quanto all'aumento constatato lo scorso anno, indica la nota, questo è riconducibile a sviluppi sociali e a eventi verificatisi nel corso dell'anno. La guerra in Medio Oriente ha ad esempio rafforzato le dinamiche razziste e antisemite.
Questi risultati, affermano le tre organizzazioni, «evidenziano l'urgenza di cambiamenti strutturali e istituzionali nel settore della formazione, nel mondo politico e sul mercato del lavoro e dell'alloggio».
Le esperienze di razzismo portano infatti a una perdita di fiducia nelle istituzioni e nella società. È quindi «fondamentale garantire la partecipazione delle persone colpite e assicurare che le loro voci siano ascoltate e le loro prospettive prese in considerazione», viene precisato nel comunicato.