L'occupazione di uno degli edifici dell'UNIL continua. Gli studenti pro-Palestina si sono rifiutati di rispettare la scaden
LOSANNA - Prosegue l'occupazione di uno degli edifici dell'Università di Losanna (UNIL) da parte di studenti pro-palestinesi. In serata questi si sono rifiutati di rispettare la scadenza fissata dal rettorato, che chiede lo sgombero dello stabile, denominato Géopolis.
Il collettivo studentesco e il rettorato non sono riusciti a trovare un'intesa. La direzione voleva tenere i colloqui in comitato ristretto presso la sede dell'UNIL, mentre gli studenti volevano negoziare a Géopolis, dove centinaia di studenti e sostenitori (1'300 secondo il collettivo) si sono riuniti questa sera.
Sentendosi «tradito» dalla direzione, il collettivo ha dichiarato che l'occupazione continuerà fino a quando il rettorato non si presenterà in loco per le trattative e non fornirà «risposte concrete» alle sue richieste. Ha fissato un nuovo incontro per domani alle 18.00.
In precedenza la direzione aveva respinto in una nota la richiesta degli studenti, sostenendo che l'UNIL «non può più permettere al collettivo di occupare l'edificio giorno e notte», e dicendosi disposta a fornire «uno spazio» in cui continuare l'azione, a condizione che il collettivo rimanga composto esclusivamente da membri dell'università. La direzione aveva aggiunto di voler «evitare di dover ricorrere all'intervento della polizia».
Aveva inoltre respinto la principale richiesta degli studenti, che chiedevano il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane, spiegando che le sue attuali collaborazioni con le università dello Stato ebraico non saranno estese. Le collaborazioni - ha precisato - non sono in contrasto con la sua missione, che è "la trasmissione della conoscenza basata su metodi critici e rigorosi, il confronto delle idee, la riflessione etica e il rispetto della deontologia scientifica".
In serata gli occupanti dovrebbero tenere un'altra assemblea. «Le nostre richieste sono chiare e ci atteniamo a esse», ha dichiarato un rappresentante del movimento, aggiungendo che ogni ulteriore azione sarà presa «collettivamente». Gli studenti si dicono ancora aperti al dialogo e hanno deciso di continuare la loro azione in modo pacifico.