Ttra il 2016 e il 2020 nel reparto di cardiologia dell’Ospedale universitario di Zurigo oltre un centinaio di decessi.
L'Ospedale Universitario di Zurigo (USZ) ha deciso di riesaminare tutti i decessi avvenuti in cardiochirurgia dal 2016 al 2020, quando a capo della clinica c'era il professor Francesco Maisano.
L'USZ ha confermato una notizia del radiogiornale di SRF1, secondo cui il nosocomio ha istituito un apposito gruppo di lavoro. Già nel 2018 alcuni media avevano parlato di un tasso di mortalità nella clinica di cardiochirurgia più alto rispetto ad altri ospedali.
All'epoca un whistleblower aveva inoltre contattato la direzione dell'ospedale e riferito di inutili complicazioni e referti medici falsificati. Da un'indagine interna aperta era quindi emerso che il professor Maisano aveva impiantato protesi di una società della quale deteneva una partecipazione non dichiarata, con un possibile conflitto di interessi.
Il successore parla di 150 morti evitabili - Il professor Maisano, che ha sempre respinto le accuse definendole un "costrutto infondato", è stato quindi sollevato dall'incarico nel luglio 2020. Il suo successore ad interim si è dovuto presentare poche settimane fa in tribunale - dov'è stato assolto in prima istanza dall'accusa di falsità in atti - ed ha approfittato dell'occasione per togliersi i sassolini dalle scarpe e fare una lunga digressione sulle condizioni riscontrate nella clinica di cardiochirurgia nell'estate 2020.
Il professor Paul Vogt, che nel frattempo è stato a sua volta pensionato dall'USZ, ha mosso gravi accuse al suo predecessore, affermando che 150 pazienti morti durante operazioni eseguite tra il 2016 e il 2020 avrebbero potuto sopravvivere.
Il professor Maisano è nel frattempo ritornato ad operare in Italia: è dello scorso 28 marzo la notizia di un intervento da lui eseguito con successo con una tecnica mini-invasiva sul cuore di Flavio Briatore all'ospedale San Raffaele di Milano.