Secondo l'ex consigliere federale due obiettivi elvetici potrebbero essere oggetto di un attacco russo.
LUCERNA - Sembra un paradosso, ma la neutralità potrebbe rendere la Svizzera un obiettivo degli attacchi militari russi. A dirlo, a Berna, durante una conferenza, è l’ex consigliere federale PLR Kaspar Villiger. «L’Ucraina potrebbe essere sconfitta - ha dichiarato il politico lucernese - ciò alimenterebbe la voglia di Putin di fare ancora di più». L’83enne ha avvertito l’Alleanza sicurezza svizzera, indicando due infrastrutture come possibili obiettivi russi.
La prima - Una è la "Stella di Laufenburg": Per Swissgrid la sottostazione segna la nascita della rete elettrica europea. «Assicura una stabilità della rete senza precedenti e la sicurezza dell’approvvigionamento per la Svizzera e l’intera Europa centrale. Oggi garantisce un approvvigionamento elettrico sicuro per oltre 30 Paesi e più di 530 milioni di consumatori. Lo scambio di elettricità permette di superare le carenze di energia nei singoli Paesi e di evitare i sovraccarichi».
La seconda - Il centro di calcolo del fornitore di servizi finanziari Swift a Diessenhofen, in Turgovia, messo sotto protezione accresciuta dopo l’esclusione della Russia dal sistema di pagamento internazionale all’inizio di marzo 2022. Costruito una ventina di anni fa, il centro di calcolo di Diessenhofen è uno dei tre che Swift gestisce nel mondo. È in gran parte realizzato sotto terra ed è circondato da filo spinato, muri di protezione e telecamere di sorveglianza.
Le richieste - Le richieste - Nel suo discorso, Kaspar Villiger ha chiesto un aumento degli investimenti nell'esercito svizzero e un «ripristino della capacità di difesa». L'esercito deve anche addestrarsi a «cooperare con la NATO in caso di guerra». Secondo il politico del PLR, i costi militari dovrebbero essere coperti stabilendo «priorità dolorose» all'interno delle aree dello Stato. «Se tutto il resto fallisce, l'idea di una tassa speciale temporanea per l'esercito sarebbe almeno da prendere in considerazione», conclude Villiger.