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SVIZZERAMons. Morerod: «Se fossi morto, non avrei fatto abbastanza»

10.05.24 - 09:10
Il vescovo ha dichiarato che alcuni dei sacerdoti che ha denunciato per abusi sessuali non vogliono più parlare con lui.
Foto Keystone
Fonte ats
Mons. Morerod: «Se fossi morto, non avrei fatto abbastanza»
Il vescovo ha dichiarato che alcuni dei sacerdoti che ha denunciato per abusi sessuali non vogliono più parlare con lui.

BERNA - Il vescovo Charles Morerod, ricoverato in ospedale lo scorso autunno nel pieno della polemica sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica, si confida alla stampa. «Se fossi morto in quel momento, non avrei fatto o detto abbastanza», ha dichiarato.

«Mi ero un po' rassegnato» sulla questione degli abusi sessuali, ha continuato il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo a Le Temps. Dopo aver subito un intervento chirurgico d'urgenza nel settembre 2023 per un'emorragia cranica, Mons. Morerod ricorda di essersi chiesto se volesse sopravvivere. «Ho pensato allora che forse avevo ancora delle cose da fare», ha dichiarato.

Il friburghese ritiene ora che sia necessario cogliere l'occasione per lottare contro gli abusi sessuali nella Chiesa, «perché la situazione è urgente».

In disaccordo con diversi sacerdoti - Il vescovo sottolinea anche che alcuni dei sacerdoti che ha denunciato non vogliono più parlare con lui. «Mentre parliamo, ci sono sei procedimenti avviati da preti che abbiamo sanzionato a seguito di accuse e che si sono rivoltati contro di noi», ha affermato ancora Mons. Morerod.

Quest'ultimo ammette inoltre che la gestione delle denunce dei sacerdoti da parte del vescovo è «molto discutibile» e che esiste una dimensione sistemica degli abusi, legata all'eccessivo potere dei sacerdoti.

Contro l'ordinazione delle donne - Charles Morerod, pur promuovendo il coinvolgimento delle donne laiche nella Chiesa, non è favorevole all'ordinazione femminile. In tal caso, «la gente non mi considererebbe più credibile in questa posizione (di vescovo)», ha aggiunto.

Mons. Morerod è stato ricoverato in ospedale il giorno dopo la pubblicazione dello studio dell'Università di Zurigo sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica. Il vescovo era stato accusato di non essere intervenuto dopo la denuncia di casi di abusi, prima che il procuratore generale del canton Friburgo Fabien Gasser lo scagionasse.

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