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SVIZZERAAncora Covid, si sta diffondendo la variante KP.2

06.06.24 - 12:43
La versione mutata di Sars-CoV-2 sta attualmente guadagnando terreno in molti paesi. Ma niente panico: è a basso rischio
Imago
Fonte red
Ancora Covid, si sta diffondendo la variante KP.2
La versione mutata di Sars-CoV-2 sta attualmente guadagnando terreno in molti paesi. Ma niente panico: è a basso rischio

ZURIGO - Qualcuno, lo sappiamo già, avrà già storto il naso. Per cui, onde evitare falsi allarmismi, diciamo subito che non c'è motivo di farsi prendere dal panico. Tuttavia gli esperti hanno notato la diffusione in Europa e negli Stati Uniti di una nuova variante del Coronavirus: la KP.2. Questa mutazione sta circolando molto più rapidamente rispetto alle varianti precedenti e potrebbe sostituire la JN.1, attualmente dominante. Come JN.1, anche KP.2 è un tardo discendente di Omicron. Rispetto al suo predecessore, quest'ultima mutazione ha un 32% in più di capacità riproduttiva, come dimostra uno studio condotto da ricercatori giapponesi e pubblicato sulla rivista “The Lancet”.

In aumento anche in Svizzera - Dall'inizio di maggio si è osservato un leggero aumento dei contagi da Covid anche in Svizzera, come segnala l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sul suo sito web. Secondo le prime stime degli studi medici, attualmente i cantoni più colpiti sono i Grigioni e il Ticino, seguiti dal Vallese e dalla Svizzera romanda.

Che rischio comporta la KP.2? - Finora in Svizzera sono stati registrati solo quattro casi del virus mutato, scrive Blick.ch citando l'UFSP. Ma sta aumentando il numero dei test positivi, il che fa pensare a una sua diffusione più ampia. Come detto non c'è nulla da temere. Secondo l’UFSP anche «il fatto che l’immunità nella popolazione diminuisce col tempo» potrebbe essere una delle ragioni dell’aumento dei casi.

Come per le varianti precedenti, i possibili sintomi di KP.2 includono febbre, tosse, brividi e dolori muscolari. Al momento non vi è alcuna indicazione di casi gravi. A titolo precauzionale, l’epidemiologo Timo Ulrichs ha dichiarato a Focus.de che tutti i gruppi a rischio dovrebbero aumentare le proprie misure di protezione, «compreso l’uso di mascherine se necessario».

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