La quota di donne che accedono alla formazione terziaria supera quella degli uomini, ma il divario salariale si attesta ancora al 18%.
BERNA - Le donne sono più studiose degli uomini. È quanto emerge dall'ultimo studio sull'uguaglianza tra donna e uomo diffuso martedì dall'Ufficio federale di statistica (Ust) secondo cui il livello di formazione delle persone di genere femminile sia aumentato rispetto a quello degli uomini negli ultimi vent'anni. Se nel 2000 infatti le donne tra i 25 e i 34 anni che avevano un diploma di livello terziario erano solo il 17%, nel 2022 sono passate al 53%, superando la percentuale degli uomini di ben tre punti (50%), anch'essa in aumento rispetto al 34% registrato 22 anni prima.
Settori formativi - Per quanto riguarda i settori formativi, le giovani donne sono nettamente sottorappresentate nelle formazioni professionali e nei campi di studio in ambito tecnico, mentre i giovani uomini lo sono in ambito di sanità e assistenza sociale. Nel 2022, ad esempio, tra le persone in apprendistato nel campo di formazione «Cura di ammalati e ostetricia» gli uomini erano il 15%, mentre nel campo «Elettricità ed energia» le donne erano il 3%.L'indagine mostra inoltre che nonostante la quota di ricercatrici dal 2000 al 2022 sia aumentata ben del 17%, passando da 21 a 38 punti percentuali, le donne sono ancora sottorappresentate in tutte le fasi della carriera scientifica. Le donne occupate sono sempre di più, ma part time - Cresce inoltre il numero di donne occupate: si pensi che nel 1991 la quota di donne attive nel mondo del lavoro si attestava al 66%, quella degli uomini al 90%. Nel 2023, riporta l'Ust, la percentuale delle prime è cresciuta al 77%, mentre balza all'occhio che quella degli uomini è significativamente diminuita all'84%. Tuttavia viene confermato che le donne tra i 15 e i 65 anni, attive nel mondo del lavoro, risultano essere per la maggior parte dei casi impiegate a tempo parziale (57%). Per gli uomini, la quota che lavora a queste condizioni è solo del 17%.
Emerge inoltre che nonostante sia in aumento la formazione terziaria, sono ancora sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali, al 37% a fronte del 73% degli uomini. Così come nella sfera politica, sia a livello cantonale che federale: solo al Consiglio nazionale la quota è più elevata.
Differenza salariale al 18% - Tra gli altri aspetti, lo studio mette in luce che ancora nel 2020 la differenza salariale era elevata: le donne hanno infatti guadagnato mediamente 6'817 franchi, a fronte degli 8'317 franchi degli uomini, attestando così il divario salariale al 18%. L'Ust tiene a sottolineare che nel 52% dei casi la differenza tra gli stipendi è giustificata da diversi fattori, come la posizione professionale, la formazione e il settore di impiego, ma che per la restante parte (48%), non lo è.
Le differenze permangono poi quando si parla di pensione: le donne devono fare i conti con 17'293 franchi in meno di rendita complessiva. Il che corrisponde a un divario di genere del 33%.
Le coppie con figlie preferiscono il tempo parziale - Per quanto riguarda la vita di coppia, coloro che hanno figli sotto i 13 anni e vivono secondo un modello di attività professionale piuttosto egualitario rappresentano una minoranza: nel 14% dei casi sia la partner che il partner lavorano a tempo pieno e nel 9% dei casi lavorano entrambi a tempo parziale. In questo frangente si nota quindi una discrepanza tra ideale e realtà. Per poco meno della metà delle coppie con figli di età inferiore ai 4 anni, il modello con entrambi i genitori che lavorano a tempo parziale è ritenuto quello ideale, ma nella realtà solo nel 13% delle coppie il lavoro è ripartito secondo questo modello. Inoltre, in circa un quarto delle coppie con figli, i lavori domestici vengono svolti sia dal partner che dalla partner. Nelle coppie senza figli, vengono svolti da entrambi in egual misura.