Approvata oggi una mozione
BERNA - Le sigarette elettroniche monouso, le cosiddette "puff bar", vanno vietate in Svizzera. Lo chiede il Consiglio nazionale che ha approvato oggi una mozione in tal senso di Christophe Clivaz (Verdi/VS).
Nel dettaglio, l'atto parlamentare chiede di modificare la legge federale sui prodotti del tabacco e le sigarette elettroniche per vietare la vendita dei prodotti monouso. Il divieto non riguarderebbe quindi le "e-cig" ricaricabili.
Nel suo intervento il vallesano ha esibito una di queste "puff bar", ricordando come questa sigaretta elettronica non ricaricabile e monouso sia un prodotto colorato e attrattivo con i sui aromi zuccherati al sapore di frutta. I produttori, praticamente tutti cinesi, si rivolgono quindi direttamente ai giovani. Gli ambienti della prevenzione del tabagismo, ma anche gli insegnanti, sono molto preoccupati per queste «bombe di nicotina», ha aggiunto Clivaz.
Queste sigarette, giunte sul mercato svizzero nel 2020, sono inoltre un grosso problema dal punto di vista ecologico poiché finiscono perlopiù nella pattumiera, quando non nell'ambiente, nonostante contengano componenti plastiche, elettroniche e chimiche. Nel 2022 si stima a 10 milioni il numero di "puff bar" importate in Svizzera, e la tendenza è all'aumento, ha spiegato Clivaz.
Nel suo intervento, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha detto che il governo è cosciente del problema dato dalle "puff bar". L'8% dei giovani tra 15 e 19 anni ne fa uso almeno una volta al mese. Questi prodotti creano rapidamente una dipendenza e contengono sostanze cancerogene. Qualcosa però si muove: la legge federale sui prodotti del tabacco e sulle sigarette elettroniche, la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo autunno, vieta la vendita di questi prodotti ai minorenni, ha ricordato la "ministra" della sanità. Sono anche previste restrizioni per la pubblicità.
In merito ai problemi ambientali, Baume-Schneider ha sottolineato come il governo teoricamente dispone già di una base legale per vietare i prodotti monouso. Nel caso specifico occorrerebbe tuttavia esaminare la compatibilità di un simile provvedimento con gli impegni internazionali assunti dalla Svizzera. Insomma, viste le questioni ancora aperte, per la consigliera federale la mozione è prematura.
Al voto, come accennato, il plenum non l'ha però seguita e ha dato seguito alla mozione con con 122 voti contro 63 e 4 astenuti. L'oggetto passa ora all'esame del Consiglio degli Stati.