Il presidente della SPAB: «Sono animali e reagiscono di fronte a una minaccia. Le nutrici? Altamente reattive e aggressive».
TARASP - Una donna è rimasta gravemente ferita dopo essere stata aggredita da delle vacche nutrici al pascolo con i loro vitelli mercoledì pomeriggio, a Tarasp, nel cantone dei Grigioni. Aveva tentato di recuperare i suoi tre cani di piccola taglia dopo essersi introdotti nel recinto, mentre stavano passeggiando lungo un sentiero nella pittoresca zona di Lair Nair, in Bassa Engadina. Purtroppo al suo ingresso, le mucche si sono ulteriormente spaventate hanno reagito attaccandola. Quando l'hanno lasciata andare, non si muoveva più.
A fare luce su quanto possa essere accaduto in quel recinto, ci aiuta Emanuele Besomi, presidente Società protezione animali Bellinzona (SPAB) che innanzitutto premette: «Da un comunicato stampa è difficile fare un’esatta valutazione di quanto accaduto», afferma. «Suppongo che questi cagnolini siano entrati nel recinto e abbiano dapprima abbaiato contro le vacche. Gli animali, dal canto loro, avranno valutato la pericolosità reale e trattandosi di cani di piccola taglia, avranno considerato il pericolo di minaccia basso. Successivamente, però, con l’ingresso della proprietaria dei cani e quindi di un predatore più grande, il rischio è cresciuto e hanno dunque tentato di fermare ciò che ai loro occhi rappresentava un pericolo. Nel caso sia stata attaccata da più animali, potrebbe darsi che abbiano lavorato in protezione del branco: mettendosi assieme, ponendo i vitelli in mezzo e costituendo una sorta di barriera difensiva». E prosegue: «Come per tutte le mamme, di qualsiasi genere e razza al mondo, il loro istinto è quello di difendere la prole».
Le buone regole per evitare rischi - Alla base di questa vicenda, però, c'è un errore: «Lasciare i cani liberi, pur sapendo di poter incontrare degli animali al pascolo», sottolinea Besomi. «La prima regola è infatti quella di tenere il proprio amico a quattro zampe al guinzaglio, poiché un incontro ravvicinato con mucche, capre o pecore può innescare reazioni imprevedibili».
C'è poi un'altra misura da osservare. Nel caso in cui si venga a ricreare una situazione come quella notificata dalla Polizia cantonale grigionese, «bisogna essere in grado di valutare i rischi: una mucca con a seguito diversi vitelli è risaputo essere estremamente vigile e aggressiva. Entrare in un recinto con questo scenario è sempre sconsigliato, anche perché insieme a loro potrebbe esserci un toro. Piuttosto è meglio tentare di richiamare il proprio animale e secondariamente - se non si riesce a recuperarlo - contattare l'allevatore in modo che possa aiutare a gestire la situazione, conoscendo gli animali».
In montagna con il cane, ma... - Una vicenda, questa, che riaccende i riflettori sui comportamenti da osservare quando si parte alla volta di passeggiate in montagna, soprattutto in questa parte dell'anno in cui gli animali tornano a popolare i pascoli montani. «Purtroppo oggigiorno - lamenta Besomi - si conoscono sempre meno gli animali - dice Besomi -. Abbiamo ormai solo una visione fiabesca, mentre ignoriamo che possono reagire istintivamente di fronte a quello che per loro è un pericolo. E questo vale per le mucche e altrettanto per asini, capre, pecore».
Manca la cultura degli animali - Bisogna prestare attenzione anche quando gli animali sono liberi al pascolo, al di fuori dei recinti. A riguardo, Besomi ribadisce, ancora una volta, «di tenere sempre il proprio cane al guinzaglio. Inoltre, se un animale dovesse venire verso di noi, è meglio aggirarlo poiché potrebbe supporre che si tratti di un attacco frontale. Se poi il cane inizia ad abbaiare, mettendoli ancor più in allarme, ne favorisce l'aggressività. Dobbiamo renderci conto che tutti possono mettere in atto degli atteggiamenti difensivi molto offensivi per l'uomo».