Stando a un sondaggio rappresentativo non vi è una maggioranza favorevole all'introduzione di un genere per le persone non binarie.
Il cosiddetto «effetto Nemo», dunque, non si sarebbe concretizzato.
ZURIGO - «È inaccettabile, dobbiamo cambiarlo». Sono le prime parole dette da Nemo Mettler dopo la vittoria all'Eurovision Song Contest (ESC). Il cantante faceva riferimento al fatto che la Svizzera non riconosce un terzo genere ufficiale per le persone non binarie. Ciò significa che chi come lui non si riconosce né nel genere maschile né in quello femminile, non può registrarsi come tale sul suo passaporto.
A seguito della premiazione, il ministro della Giustizia Beat Jans aveva dichiarato che avrebbe discusso con Nemo proprio «dei diritti dei gay». Ora ci si aspetta che grazie alla sua popolarità televisiva la situazione possa cambiare.
Tuttavia non è così semplice - Un sondaggio rappresentativo svolto dai quotidiani 20 Minuten e Tamedia mostra come la maggioranza della popolazione continui a rifiutare questa proposta: ne è contrario il 57%. Poco distante dalla percentuale registrata un anno fa da un'analoga inchiesta svolta da 20 Minuten e Tamedia, secondo cui aveva risposto «no» oltre il 62% dei partecipanti.
«Un cambiamento minimo», osserva Lucas Leemann che ha condotto i due sondaggi con l'Istituto Leewas. Secondo il politologo la vittoria di Nemo all'ESC non poteva indurre «una rapida inversione di tendenza su un tema del genere», «non c'era da aspettarselo», sottolinea. Sono infatti atteggiamenti profondamente radicati nella popolazione e che cambiano lentamente. Anche se, ammette, «sappiamo dagli studi che quando vengono adottate leggi in materia si modificano più rapidamente».
Una modifica di legge presentata al Consiglio federale, intanto, è stata respinta. Secondo Berna, tra gli altri aspetti, non ci sono i «presupposti sociali» per farlo.
Rifiuto in tutte le fasce d'età - Quel che forse sorprende è che, stando ai risultati del sondaggio, i giovani siano critici quanto gli anziani verso la questione. Un risultato che contraddice l'impressione secondo cui siano soprattutto i ventenni a esserne favorevoli. Nel dettaglio, il rifiuto del terzo genere è più marcato tra i 35-49enni (59%), seguiti dai 18-34enni (58%). La fascia d'età 50-64 anni risulta leggermente più aperta: a rifiutare l'idea è il 56%.
UDC contraria per oltre l'80% - L'orientamento politico del politico del partito ha poi un forte impatto sulle opinioni riguardante il terzo genere. Infatti, fino a due terzi dei partiti di sinistra, PS, Verdi e Verdi Liberali sono chiaramente a favore. Mentre oltre l'80% dei rappresentanti dell'UDC si dice contraria. Percentuale che nel PLR scende al 59%.
Poca differenza tra città e campagna - Secondo il sondaggio non ci sono quasi differenze tra città e campagna. Il tasso di approvazione nelle prime si attesta infatti al 36%, un punto in meno rispetto alle altre regioni. Mostra inoltre come sia donne (57%) che uomini (65%) siano contrari più o meno in egual misura e pure che le persone con un'istruzione terziaria siano più favorevoli (52%), anche se di poco. L'opposizione, di contro, domina in tutti gli altri livelli di istruzione: il 61% delle persone che ha completato la scuola dell'obbligo, una scuola professionale o commerciale rifiuta l'idea della dicitura "altro" sui documenti d'identità.
Il sondaggio - Al sondaggio online condotto dal 6 al 9 giugno hanno partecipato 12'444 persone provenienti da tutta la Svizzera. Il margine d'errore è di 2,2 punti percentuali.