Le ragioni? Dal calo dei proventi pubblicitari all'inflazione. Cambiamenti in vista già dal 2025.
BERNA - Tra le reazioni più moderate alla proposta di tagliare di 35 franchi il canone radiotelevisivo avanzata dal Consiglio federale, c'è proprio la SSR, che ha accolto «con favore» la conferma della chiara presa di posizione contro l'iniziativa "200 franchi bastano!", espressa dall'Esecutivo già lo scorso mese di novembre.
L'approvazione di quest'ultima, infatti «avrebbe pesanti ripercussioni sull'offerta editoriale, i programmi e il radicamento regionale della SSR».
La SSR si dice dunque «pronta a dimostrare ancora una volta, dopo l'iniziativa "No Billag", il valore aggiunto del servizio pubblico audiovisivo per la società». «L'approvazione dell'iniziativa - sottolinea - avrebbe l'effetto di dimezzare i mezzi finanziari a disposizione della SSR e con un budget così fortemente ridotto, l'attuale configurazione decentralizzata e la varietà dell'offerta dell'emittente di servizio pubblico non sarebbero più finanziariamente sostenibili. Si tratterebbe di un duro colpo per i settori del cinema, della musica, della cultura e dello sport svizzeri».
Riguardo alla contromisura sotto forma di riduzione del canone, la SSR prende atto della decisione del Consiglio federale, apprestandosi ad «analizzare in dettaglio le conseguenze di questa decisione e ad avviare le misure necessarie». «Si tratta dell'inizio di un lungo processo - preannuncia -. Una cosa però è certa: la SSR farà il massimo, entro i limiti delle risorse finanziarie a sua disposizione, per continuare a garantire a tutte le regioni del Paese un servizio pubblico diversificato e di alto livello qualitativo».
Misure di riduzione dei costi attese a breve termine - A causa della difficile situazione finanziaria, la SSR si vedrà comunque costretta ad adottare a breve termine nuove misure di risparmio, indipendentemente dalla decisione del Consiglio federale di ridurre il canone. Le ragioni vanno cercate nel calo dei proventi pubblicitari e nell'inflazione, sviluppi ormai consolidati a cui la SSR dovrà reagire già a partire dal 2025.