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SVIZZERAFunghi allucinogeni per curare il Long Covid: «Esperienza intensa»

03.07.24 - 23:30
Sono in grande aumento le terapie a base di psilocibina. Ma occhio ai rischi.
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Fonte TAGES-ANZEIGER
Funghi allucinogeni per curare il Long Covid: «Esperienza intensa»
Sono in grande aumento le terapie a base di psilocibina. Ma occhio ai rischi.

BERNA - Scriveva pubblicazioni, teneva conferenze e si dedicava anima e corpo alla sua attività di scienziata. Prima di ammalarsi di Covid, Madeleine (nome di fantasia) era una donna attiva che, oltre al suo lavoro, si dedicava a diversi sport.

Il sollievo grazie ai funghi allucinogeni - Oggi però, a due anni dall'infezione, non riesce neppure a fare due telefonate al giorno. Inoltre, sente dolori in tutto il corpo ed è sensibile alla luce e al rumore. Però, da qualche mese, è riuscita a trovare sollievo grazie alla psilocibina, sostanza contenuta in alcuni funghi allucinogeni. Li ordina dall'Olanda e li consuma in piccole dosi.

Oltre 500 autorizzazioni - Da dieci anni, come riporta il Tages-Anzeiger, l’Ufficio federale della sanità pubblica ne autorizza, per casi eccezionali, l’utilizzo. Lo stesso vale per altre sostanze vietate come LSD e MDMA. I dati dell’UFSP mostrano come i trattamenti di questo tipo siano in grande crescita: per avere un’idea, nel 2016 erano 12 mentre nel 2023 sono state oltre 500.

I vantaggi - Il motivo, come spiegato dallo psichiatra Rainer Krähenmann, è legato ai grandi passi avanti compiuti dalla ricerca: «Alcune regioni del cervello funzionano in modo diverso nelle persone depresse. Le informazioni “negative” vengono rielaborate in maniera diversa. Sotto effetti “psichedelici”, questa modifica scompare. E a tante persone basta una sola seduta».

Come funziona - Nel concreto, i pazienti di solito assumono la sostanza prima di sdraiarsi su un lettino. «Spesso si mette musica e si aspetta che faccia effetto», spiega Felix Müller, copresidente dell’ Associazione medica svizzera per la terapia psicolitica (SäPT). «I pazienti - aggiunge - spesso provano sensazioni molto intense durante la seduta e vedono le cose in modo più chiaro. L’esperienza può portare anche miglioramenti nei disturbi fisici».

Numeri destinati a crescere - Secondo i dati federali, sono nove i trattamenti psicolitici per curare la sindrome da affaticamento postvirale, cioè i disturbi derivanti dall’infezione prodotta dal Covid. Ma i numeri sono destinati a crescere.

Regole più severe - È necessario, però stare attenti agli effetti collaterali, per esempio i rischi di psicosi, soprattutto per determinati soggetti. Anche per questo motivo, una commissione ad hoc sta lavorando per regolamentare la situazione: in futuro, probabilmente, solo chi avrà completato la formazione necessaria potrà essere autorizzato a utilizzare queste terapie.

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