Nonostante il continuo dilagare di conflitti dentro e fuori l'Europa, meno di un quarto degli svizzeri è propenso a nuovi finanziamenti
GINEVRA - Oltre uno svizzero su due è contrario a più finanziamenti nel settore della difesa, malgrado la guerra in Ucraina. Lo rivela un sondaggio internazionale, secondo cui a opporsi è il 54% degli abitanti della Confederazione.
Il sondaggio, pubblicato oggi dallo European Council on Foreign Relations (ECFR), è stato realizzato in 15 nazioni nello scorso mese di maggio. In Svizzera sono state coinvolte 1079 persone.
Stando all'indagine, meno di un quarto degli svizzeri è favorevole a un aumento dei finanziamenti, mentre il 12% sostiene l'invio di truppe in Ucraina. Il 35% sarebbe poi orientato a fornire assistenza tecnica all'esercito di Kiev e il 29% sarebbe propenso al pattugliamento della frontiera fra Ucraina e Bielorussia.
Ai partecipanti è stato anche chiesto quando pensano che finirà il conflitto: per il 62% ci vorranno massimo cinque anni, per l'11% basteranno dodici mesi. Per quel che concerne il modo in cui termineranno le ostilità, il 40% pensa che ci vorrà un compromesso fra le parti, il 9% che vincerà l'Ucraina e il doppio che lo faranno i russi.
Restando sul Paese del presidente Vladimir Putin, un terzo degli svizzeri ritiene abbastanza probabile che i russi attaccheranno un altro Paese europeo e il 13% che tale scenario sia "molto probabile". Sempre uno su tre crede che si potrebbe arrivare allo scontro fra Nato e Cremlino.
Fra i Paesi sondati da Datapraxis e YouGov c'è anche la stessa Ucraina. Quasi il 70% dei suoi abitanti vorrebbe più armi e munizioni dalle nazioni amiche e un terzo truppe straniere, mentre quasi il 40% auspica di entrare nella Nato. Lituani, britannici e americani sono visti come gli alleati più affidabili.