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SVIZZERAMobbing e molestie sessuali: apprendisti super stressati

04.07.24 - 23:30
Unia chiede misure immediate, come più tempo libero, una migliore protezione contro discriminazioni e salari più alti.
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Fonte Unia
Mobbing e molestie sessuali: apprendisti super stressati
Unia chiede misure immediate, come più tempo libero, una migliore protezione contro discriminazioni e salari più alti.

BERNA - Imparare un mestiere per crearsi un futuro. Un’equazione che però non sempre è così scontata. In Svizzera sono infatti sempre di più gli apprendisti che denunciano condizioni lavorative pessime. Non solo a livello di salario ma anche e soprattutto quando si parla di ambiente di lavoro dove molestie sessuali, mobbing e razzismo sono componenti sempre più diffuse.

Dati - Ecco allora che un sondaggio realizzato dal sindacato Unia ha evidenziato come addirittura il 92% degli intervistati - oltre mille giovani di cui 170 in Ticino - si dice stressato e ben il 53% lo è sempre. Ciò che poi allarma, scorrendo le pagine del documento - è leggere come più della metà (55%) lavora dalle 9 ore al giorno in su, malgrado ciò sia illegale secondo la legge svizzera in materia. A queste condizioni già difficili si aggiungono molestie sessuali, razzismo e mobbing. Una lunga serie di fattori che rende gli apprendisti vulnerabili a livello fisico e mentale. Globalmente, un giovane su tre afferma di non essere soddisfatto della sua formazione. Nel dettaglio: il 27,9% delle donne e il 7,8% degli uomini dichiara di aver subito molestie sessuali mentre il 35,3% degli intervistati è vittima di razzismo, e di questi, il 12% rivela di esserne spesso vittima. Anche in merito al mobbing, un terzo degli intervistati dichiara di sentirsi a disagio o vittima di comportamenti ostili. Una persona su quattro interrompe la propria formazione.

Salario - A livello salariale, il 46% degli apprendisti interrogati guadagna meno di 999 franchi al mese dal primo al quarto anno. Il 39% ha invece uno stipendio compreso tra 1000 e 1499 franchi, mentre solo il 9% riceve oltre 1500 franchi.

UniaConferenza stampa Unia

L’esperto - Sara Rossini di Fill-Up, esperta nella formazione professionale con una vasta esperienza nel settore conferma come il «malessere denunciato sia reale. Purtroppo in molti casi la forte situazione di stress deriva anche da una difficoltà nel confronto tra generazioni che non si capiscono. Da un lato il giovane che, alternandoli ai giorni di scuola, entra nel mondo del lavoro scontrandosi con una realtà sconosciuta e dall'altra il datore che ha le sue inevitabili esigenze legate alla produzione», è l'esordio dell'esperta. Da sottolineare inoltre anche un ulteriore elemento caratterizzante. «Spesso i formatori, che hanno seguito un corso di soli 5 giorni per ricoprire tale ruolo, non hanno le capacità per capire una generazione di giovani differente rispetto alla loro, ed ecco che si alimentano magari delle incomprensioni. E spesso possono essere proprio tali incomprensioni a venir classificate come mobbing da ragazzi non abituati ai ritmi lavorativi e dove anche una semplice sollecitazione a "svegliarsi" può generare tensione», spiega Sara Rossini. D'altra parte poi c'è anche Il datore di lavoro che ha «magari delle giuste aspettative da parte di giovani che considera, forse con troppa fretta, già pronti a svolgere un ruolo ma non è così. Incontro spesso tanti ragazzi della generazione Z che gettano la spugna proprio perché si vengono a trovare in un ambiente difficile. I tirocinanti passano dalle scuole medie dove gli viene detto ogni istante cosa fare a una realtà ben diversa. Io stessa quando vado nelle aziende per fare coaching ascolto datori che mi dicono come non abbiano tempo», aggiunge l'esperta che conclude sottolineando un ulteriore elemento decisivo. «C'è poi anche la famiglia del ragazzo che si preoccupa per le sue condizioni ma lo esorta a resistere per mantenere un'occupazione. Una realtà dunque squilibrata che il giovane vive con vera e propria sofferenza fisica».

Testimonianza - Un apprendista parrucchiera al terzo anno racconta: «C’è molta pressione e l’orario di lavoro è pesante. Spesso lavoriamo più di nove ore al giorno senza compensazione. È scoraggiante e molto stancante. Per arrotondare lo stipendio e guadagnare 550 franchi in più, il mio capo mi ha proposto di pulire la sua casa nel tempo libero», cosa che rappresenta una violazione della legge. Le ha suggerito di effettuare questi lavori di pulizia anche durante i fine settimana e le vacanze. «Ovviamente ci sono casi al limite che però non hanno nulla a che fare con le regole che devono essere seguite. Purtroppo se un giovane si trova in tale posizione difficilmente avrà il coraggio di segnalare quanto sta accadendo», aggiunge Sara Rossini

Richieste - Il sindacato chiede dunque misure immediate, come più tempo libero, una migliore protezione contro abusi e discriminazioni e salari più alti. «I politici vengono inoltre invitati a tenere conto maggiormente dei problemi e delle necessità dei giovani interessati», scrive Unia che sottolinea come siano insufficienti i controlli tanto che «poco più di un apprendista su due conferma come nell’azienda presso cui svolge il tirocinio non è stato mai effettuato un controllo», si legge nel comunicato.

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