Greenpeace chiede a Coop e Migros di vendere più prodotti vegetali. La nutrizionista mette però in guardia: «Ricchi in grassi e zuccheri»
BERNA - Una salsiccia senza carne, del tonno in scatola ottenuto dalla farina di piselli, del formaggio a base di riso e olio di cocco. Sono alcuni dei prodotti vegani sempre più disponibili sugli scaffali dei supermercati. Il loro fine ultimo è ridurre il consumo di cibo di origine animale, proponendo gusti e consistenze a noi familiari, a volte a discapito della salute. In alcuni casi, infatti, questi cibi rischiano di fare più danni che tutto, poiché contengono più carboidrati, più zuccheri e anche più grassi. Insomma, molto spesso, pensando che facciano bene, le persone tendono ad abusarne, soprattutto quando non si ha tempo o voglia di cucinare.
Tutelare l'ambiente, ma a che costo? - Qualche settimana fa, Greenpeace ha accusato Coop e Migros di vendere e pubblicizzare troppi prodotti di origine animale. Perdendo forse di vista il fatto che, incentivando il consumo di questi prodotti, la salute delle persone viene messa a rischio. La maggior parte rientra infatti in quel che viene definito come junk food, ovvero cibo spazzatura, solo senza carne.
Vegano non è sempre salutare - Ma allora, viene da chiedersi, ha senso incentivare il consumo di questi prodotti per promuovere la dieta vegana? «Sì - dice senza ombra di dubbio l’associazione Swissveg -. Hamburger e formaggi veg, ad esempio, rendono più facile il passaggio a una dieta più vegetale, poiché offrono un'esperienza di gusto e consistenza familiare. In generale, disporre di una gamma ben sviluppata di opzioni vegetariane e vegane è fondamentale per rendere più accessibili le scelte senza carne, soprattutto quando si fa la spesa. Dopo tutto, la riduzione del consumo di carne non solo va a vantaggio della nostra salute e degli animali, ma anche dell'ambiente, che è l'obiettivo principale della richiesta di Greenpeace».
Troppi grassi - Chiara Jasson, nutrizionista specializzata in alimentazione naturale e sportiva mette però in guardia. «Possono essere d'aiuto ogni tanto, ma purtroppo nella maggior parte dei casi, sono prodotti iper processati. Eccedono soprattutto in grassi e non sempre di buona qualità. Gli oli vegetali contenuti sono spesso grassi idrogenati dannosi per la salute. E gli stessi "hamburger" vegani, il cui nome di per sé è chiaramente fuorviante, contengono sì proteine, ma anche tanti carboidrati, quindi bisogna essere consapevoli che non è un diretto sostitutivo della carne. Ecco dunque che il consumo quotidiano di queste alternative non è la risposta».
Imparare a leggere le etichette - Come fare, allora, per orientarsi? «Bisogna imparare a leggere le etichette. Verificare che si abbia un buon apporto proteico, con ingredienti come soia o piselli, se l’intento è la sostituzione della carne, ad esempio. Da considerare anche un’alta percentuale di verdura e di legumi a discapito di zuccheri, oli vegetali, addensanti, conservanti e così via. Prestare attenzione pure al sale».
Si deve tornare a cucinare - E per chi desidera convertirsi a una dieta vegana o vegetariana suggerisce «di imparare a cucinare. Oggigiorno le persone non hanno più tempo per farlo. Prendere un hamburger vegetale corrisponde a prendere una busta di affettato: è molto comodo, ma non esattamente salutare. Piuttosto sono da preferire legumi già cotti venduti in barattoli di vetro o cotti al vapore e surgelati».