Aumentano i ricorsi da parte delle mamme e i papà: quasi mai, però, hanno successo.
ZURIGO - Prima si protesta contro la scuola. Poi, qualora andasse male, si passa al Cantone. È la prassi adottata da sempre più genitori che, di fronte a un brutto voto, o a un libretto deludente dei propri figli, decidono di rivolgersi agli avvocati. E, stando a quanto riporta il Tages-Anzeiger, si tratta di un modus operandi sempre più scelto dalle mamme e dai papà svizzeri.
Numeri in aumento - A Zurigo, per esempio, in un anno si sono registrati 32 ricorsi alle medie: due anni fa, il dato era inferiore. A Basilea, invece, sono 16: anche negli altri cantoni i numeri registrati sono a due cifre. «Molti genitori scrivono da soli i reclami. Però, sono sempre di più quelli che decidono di rivolgersi a un avvocato», conferma Regula Huber, dipartimento dell'Istruzione di Lucerna.
La rabbia per le annotazioni - I voti non sono l’unico motivo che fa imbestialire i genitori. Il “procedimento” legale viene avviato anche per le annotazioni non gradite. Era finito su alcuni giornali il caso dell’alunno delle elementari che, mentre giocava a calcio, aveva preso a calci in testa un proprio compagno dopo averlo buttato a terra. La scuola aveva optato per una sanzione disciplinare, oltre a vietargli di giocare ancora a pallone fino alle vacanze estive. Col supporto di un avvocato, il padre si è opposto, ma senza successo. È bene sottolineare che le controversie scolastiche non arrivano quasi mai di fronte al tribunale amministrativo federale.
Il caso - I ricorsi hanno, di fatto, pochissima possibilità di successo. Spesso, infatti, è difficile contestare nel merito un voto. Nei giorni scorsi aveva fatto discutere il caso dei genitori di un 12enne bocciato nel canton Zurigo. I due adulti erano riusciti ad arrivare, quattro anni dopo, davanti al Tribunale federale. Durante tutto questo tempo il figlio, oggi 16enne, ha continuato a frequentare la scuola, beneficiando dell'effetto sospensivo del ricorso.
Le motivazioni dei genitori - Fra le motivazioni portate davanti alla corte dall'avvocato della famiglia, il fatto che il ginnasio fosse stato negligente nella sua gestione documentaria non conservando alcuna copia degli esami scritti del ragazzo. Questo «rendeva impossibile calcolare in maniera esatta e univoca la media del ragazzo».
Il tribunale boccia il ricorso - Una tesi che non ha convinto la massima corte, secondo la quale «lo studente era in possesso degli originali, consegnati dopo che i voti venivano inseriti nel database della scuola, e quindi lui e i genitori potevano facilmente rendersi conto del suo andamento scolastico».
L'eccezione - Ci sono anche casi in cui i ricorsi hanno avuto successo. «Soprattutto - spiega l’avvocata Senta Cottinelli - quando un singolo punto può cambiare le sorti di un ragazzo». Ed è ciò che è successo per l’alunno di una scuola privata zurighese, non ammesso per un soffio alla scuola cantonale. Il tribunale amministrativo ha confermato l’errore nella correzione di un compito di matematica. Il singolo punto in più è stato sufficiente all'alunno per farcela.