Controlli random vengono effettuati per questioni di sicurezza. Nelle altre centrali, però non accade.
BERNA - Da qualche mese a questa parte, i dipendenti dell'ex centrale nucleare di Mühleberg devono aspettarsi in qualsiasi momento di essere sottoposti a test antidroga. A rivelarlo è Der Bund.
I lavoratori vengono chiamati random a fornire un campione di saliva. In passato, venivano già effettuati controlli a campione per il consumo di alcol e la presenza di tracce di esplosivi, ma questi test "Drugwipe", progettati per rilevare i tipi di droga più comuni, sono una novità.
A ordinarli è stato Stefan Klute, responsabile della dismissione presso BKW e dall'autunno del 2023 direttore della centrale e responsabile del personale e della sicurezza sul lavoro nella struttura in fase di smantellamento.
Il motivo di questi controlli è presto detto: nelle aree di lavoro è capitato di sentire odore di cannabis e sono stati trovati resti di sigarette alla canapa, di quelle legali. Finora, sottolinea Klute, i test non hanno rivelato alcun consumo di droghe.
«Abbiamo il dovere di garantire la sicurezza dei nostri dipendenti», ha spiegato. «Vige il criterio dello 0,0 per qualsiasi tipo di sostanza inebriante». Klute sottolinea che in Svizzera, secondo le statistiche ufficiali, «una parte non trascurabile degli adulti» abusa di alcol e droghe. Ed essendo Mühleberg un cantiere complesso, è giustificata la tolleranza zero.
Viene piuttosto da chiedersi perché solo ora. Nei due reattori più vecchi di Beznau, secondo l'ufficio stampa del gestore Axpo, «non si effettuano screening casuali» per il consumo di alcol e droghe. I test vengono disposti solo «in caso di sospetto».
Anche nella centrale nucleare di Gösgen, «viene disposto un test sono nel caso di sospetti abusi», segnala l'ufficio stampa. In caso di risultato positivo, viene negato l'accesso all'impianto. Una misura che, «negli ultimi anni ha riguardato solo casi isolati», viene precisato. Risposta analoga è stata ottenuta da Leibstadt.
L'abuso di sostanze nelle centrali nucleari è da tempo un tema rilevante. Già nel 1988, l'autorità nucleare americana definiva «allarmante» lo stato di ebbrezza nelle sale di controllo delle centrali nucleari. Poco meno di una ventina di anni fa gli eccessi alcolici in due centrali svedesi avevano fatto il giro del mondo. Nel 1994, in Svizzera, Greenpeace aveva portato a galla la vicenda il «groviglio di cavi» in un sistema di sicurezza a Beznau, causato da operi sotto stupefacenti. Insomma, i precedenti ci sono.
Quel che è certo è che l'autorità nucleare americana prende molto sul serio il consumo di alcol e droghe come fattore di rischio per la sicurezza nucleare. Sul sito dell'Ispettorato Federale della Sicurezza Nucleare (Ifsn) non si trova nulla. Contattato, l'ufficio stampa dell'Ifsn spiega: «Gli errori di un singolo» non possono avere gravi conseguenze per la sicurezza dell'impianto. Questo grazie alle misure di sicurezza».
Per l'Ifsn è «il titolare della licenza di una centrale nucleare» ad essere responsabile del rispetto delle normative legali e «dell'idoneità del proprio personale».