Code e rallentamenti trasformano l'inizio delle vacanze in rabbia e frustrazione: alcuni esperti ne spiegano le motivazioni.
ZURIGO - Le vacanze estive dovrebbero essere sinonimo di zero stress. Ma per le migliaia di viaggiatori che ogni anno si mettono alla guida, sperando di raggiungere senza troppe complicazioni la loro meta, non è così. Code chilometriche, ingorghi, rallentamenti. L'inizio delle ferie può trasformarsi infatti un vero e proprio incubo, fatto di rabbia e frustrazione.
Ma cosa contribuisce a questa condizione? Secondo Anja Huemer dell'Universität der Bundeswehr (Università delle Forze Armate Federali) di Monaco, le «false aspettative», ha detto alla SonntagsZeitung. «È presuntuoso aspettarsi un viaggio senza problemi», commenta.
Gli ostacoli fanno saltare i nervi - Quando iniziano le vacanze, infatti, il pensiero comune è che tutto fili per il verso giusto. Ed è proprio qui che iniziano i problemi: se qualcosa va storto i nervi saltano. E più gli obiettivi sono specifici, maggiore è la frustrazione.
Gli ingorghi limitano la libertà d'azione - Un buon esercizio per i maniaci del controllo, verrebbe quasi da dire. Come sostiene Arnd Engeln psicologo della Media University di Stoccarda, «un ingorgo limita la libertà d'azione». E aggiunge: «Ci si sente come esautorati, ovvero privati della propria autorità decisionale: non è una sensazione molto piacevole». Insomma, chi rimane in balìa del traffico si sente come imprigionato tra un paraurti e l'altro.
Parte allora la caccia ai percorsi alternativi. Complice Google Maps, si accetta quasi sempre di avventurarsi attraverso paesini, piuttosto che rimanere fermi per ore. Tuttavia, non appena sulla propria strada si intromette un semaforo rosso, ecco che riemerge la sensazione di impotenza e rabbia.
Una situazione fuori dal nostro controllo - Generalmente, dice lo psicologo sociale Dieter Frey dell'Università Ludwig Maximilian di Monaco, controllare le situazioni permette di affrontare e sopportare situazioni stressanti. In questo caso si manifesta un evento paradosso: quando scatta il rosso al portale nord o sud del Gottardo iniziano le imprecazioni. Si accumula così una pressione non necessaria.
Non aiutano poi i colori delle auto (quasi tutte nere, bianche o le diverse tonalità di grigio), né quello dei cartelli stradali. Rimanere per tanto tempo in un simile contesto fa sì che la mente umana venga sopraffatta e il tempo si allunghi all'infinito, aumentando dunque collera e frustrazione.
Cambia la percezione di sé - In queste situazioni si tende poi a giustificare tutto quel che si vuol fare, ma non le azioni degli altri. Un effetto noto alla psicologia sociale come "errore fondamentale di attribuzione" che nel traffico diventa ancora più evidente: «Si giudica il proprio comportamento alla guida e quello degli altri in modo molto diverso», afferma lo psicologo sociale Frey. Dunque se si decide di cambiare corsia, si è giustificati dalla fretta o dall'idea che una corsia sia più veloce dell'altra. Mentre se lo fa quello davanti a noi, si pensa sia un idiota.
Come prepararsi al traffico - Per affrontare al meglio la situazione, bisogna dunque essere «ben preparati», dice lo psicologo del traffico Karl-Friedrich Voss. Vanno considerati in anticipo lavori stradali e possibili code, adeguando dunque il proprio orario di partenza. Secondo la psicologa viennese del traffico Bettina Schützhofer è un comportamento da adottare soprattutto in estate: «Con il caldo estivo, il livello di stress fisiologico è già di per sé significativamente più alto rispetto alle altre stagioni».
Anche per i bambini è necessario pensare a un programma di intrattenimento in caso di traffico. Per il resto, conclude la SonntagsZeitung, è consigliato inspirare, espirare, accendere la musica, parlare, mangiare, bere, accettare la situazione. E, soprattutto, non perdere la fiducia. Al mare, ci si arriverà lo stesso.