Dall'inizio dell'anno sono stati attaccati 24 bancomat, di cui 7 nel solo mese di maggio
ZURIGO - Da diversi mesi i bancomat in Svizzera tornati a essere nel mirino delle reti criminali, in particolare nell'arco giurassiano. Di fronte a questi attacchi in cui non di rado viene fatto uso di esplosivo le banche sono costrette a rivedere la sicurezza e interrogarsi sul futuro dei distributori automatici di banconote.
Dall'inizio dell'anno in Svizzera sono stati attaccati 24 bancomat, di cui 7 nel solo mese di maggio. Stando ai dati dell'Ufficio federale di polizia (Fedpol) il numero degli assalti è diminuito fra il 2022 e il 2023, passando da 56 a 32, ma quest'anno sono di nuovo in sensibile crescita.
«Le reti principali attive in Svizzera sono quattro: quella degli olandesi, in particolare di origine marocchina, nota come 'mocromafia', quella dei rumeni, quella dei serbi e quella dell'area di lingua albanese», spiega all'agenzia Awp una portavoce del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). I metodi utilizzati sono molteplici: vi è il ricorso all'esplosivo o al gas, la manipolazione elettrica o l'uso di cavi. Le forze dell'ordine collaborano con le banche e le aziende che producono i bancomat per cercare di far fronte alla situazione.
Le banche interpellate non rivelano l'importo medio del bottino rubato, né l'entità delle risorse impiegate per rafforzare la sicurezza. Il problema è però sentito, in particolare in relazione alle succursali isolate. «La determinazione delle bande organizzate sembra non conoscere limiti», si lamenta la Banca cantonale di Neuchâtel (BCN). Per un altro istituto cantonale, quello del Giura (BCJ), il mantenimento di alcune filiali non è più giustificato in un contesto in cui la sicurezza è fondamentale e in considerazione della recrudescenza degli atti in questione, nonché del numero limitato di transazioni allo sportello. «La chiusura delle filiali ad alto rischio è una misura necessaria per evitare qualsiasi pericolo futuro per le persone», spiega la banca. I dipendenti interessati rafforzeranno i team di vendita, viene specificato.
Le banche registrano inoltre un calo dell'uso del contante, sulla scia principalmente del forte sviluppo di soluzioni digitali come Twint. Alla Posta le operazioni di pagamento presso gli sportelli sono diminuite del 50% negli ultimi cinque anni e il numero di Postomat in Svizzera è sceso dai 993 del 2015 agli 800 di oggi.
Secondo la Banca nazionale svizzera (BNS) nel 2023 il numero di prelievi di contanti è arretrato del 9% rispetto all'anno precedente. Ma monete e banconote non sono destinate a scomparire: lo mostrano anche gli esempi di Svezia, Regno Unito e Paesi Bassi, dove l'uso delle transazioni elettroniche è molto più diffuso che in Svizzera, fa notare un addetto stampa di SIX, società attiva nei servizi finanziari.
Anche in futuro i cittadini svizzeri dovrebbero quindi poter prelevare contanti attraverso una rete nazionale di sportelli automatici. La gestione potrebbe però essere affidata a un unico fornitore: nel settore si stanno discutendo progetti in tal senso. La Posta, ad esempio, sta valutando la possibilità di operare tutti gli automatici della Svizzera.