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SVIZZERACentinaia di anziani costretti a letto

04.08.24 - 19:00
Con le sbarre alzate e le mani legate: una pratica diffusa ancora troppo spesso nelle case di riposo, soprattutto in Ticino.
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Fonte Blick
Centinaia di anziani costretti a letto
Con le sbarre alzate e le mani legate: una pratica diffusa ancora troppo spesso nelle case di riposo, soprattutto in Ticino.

ZURIGO - Cinghie, spondine per il letto. Sono i mezzi di contenzione utilizzati più spesso nelle case di riposo, considerate da qualche anno a questa parte ormai obsolete: impediscono il movimento e conducono l'anziano verso un destino fatto di fragilità e declino mentale. E in Svizzera sono ancora diverse le case di riposo che le adoperano “per motivi di sicurezza”, soprattutto in Ticino e in Romandia. A mostrarlo un'analisi dei dati dell'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) condotta dal Blick.

Dai 1300 istituti di tutto il Paese presi in considerazione è emerso che, nel 2021, in circa 80 case di cura svizzere la libertà di movimento è stata limitata al 10% degli ospiti; in 15 strutture, tra il 20 e il 50% dei residenti. Complessivamente, quell'anno, sono stati almeno 3300 gli anziani che avevano alzata una sola sponda per il letto e almeno 680 trattenuti con una cintura. Nell'indagine non sono stati presi in considerazione coloro che le hanno espressamente richieste.

C'è da dire, ad ogni modo, che in particolari casi i mezzi di contenimento possono essere usati. Specialmente se le persone sono affette da demenza, per cui non vi è altro modo per evitare un grave pericolo. Tuttavia - osserva Albert Wettstein, presidente dell'Ufficio indipendente per i reclami degli anziani di Zurigo al Blick - se una casa di riposo «usa sponde per il 20 o addirittura il 50% dei residenti, questo deve indurre delle domande».

In Ticino se ne fa un uso maggiore - Tra le strutture che più ne fanno uso c'è la "Residenza al Lido" di Locarno, di proprietà di Tertianum AG. Dall'analisi emerge come più della metà dei 57 residenti aveva una sbarra per il letto. Alzata, stando a quanto dichiarato da Marion Helbling, co-responsabile dell'assistenza del Gruppo Tertianum «con buone intenzioni: gli assistenti volevano evitare che gli anziani con deficit cognitivi cadessero alzandosi». Secondo Helbling la Tertianum AG è ora riuscita a ridurre al minimo l'uso delle spondine da parte dei dipendenti della “Residenza al Lido”. «Abbiamo dimostrato nei corsi di formazione che a lungo termine è meglio allenare in modo mirato muscoli ed equilibrio, ricreare un ambiente sicuro, in cui il rischio di caduta sia ridotto al minimo e garantire alle persone una dieta equilibrata, affiancata da un'adeguata idratazione», ha precisato Helbling.

D'altro canto, spiega Franziska Zúñiga infermiera ricercatrice dell'Università di Basilea, in Ticino sono spesso i parenti a richiedere le sponde dei letti. Insiste poi su una questione: il personale ha bisogno di tempo e competenze per provare a fare meno di questi sistemi. E a volte mancano risorse e personale qualificato.

Al posto delle spondine, abbassare i letti - Per evitare che gli anziani cadano dal letto, si potrebbe per esempio mantenere i letti bassi o adagiare dei materassi sul pavimento per evitare che si facciano male. E quando si lega un residente a una sedia a rotelle, usare una cinghia apribile in modo da concedere più libertà. La mancanza di esercizio fisico favorisce infatti noia, solitudine, ansia e sofferenza. Stati d'animo che vanno a sommarsi a quelli ricreati da patologie come la demenza senile, per esempio.

Aumentano i tranquillanti - La rinuncia a sbarre e contenzioni non è sempre indice di buona assistenza poiché laddove sembrano scomparire, compaiono di pari passo i tranquillanti. Secondo l'Osservatorio svizzero della salute (Obsan), nelle case di cura circa una persona con demenza su due assume antipsicotici, ossia il 9% in più rispetto al 2016. Molto spesso somministrati proprio per tenerli più calmi.

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