Nel 2023 sono stati denunciati 305 attacchi contro la comunità LGBTIQ. Il sociologo: «I giovani si fanno influenzare anche dai social media».
BERNA - Quasi ogni giorno. La comunità LGBTIQ, in Svizzera, nel 2023 ha denunciato 305 attacchi, un numero quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente. La maggior parte delle segnalazioni proviene dal canton Zurigo (131), seguito dal canton Berna (36) e dal canton San Gallo (27). Il 44% degli incidenti ha riguardato uomini gay e il 20% donne lesbiche. Quasi due terzi dei denuncianti ha meno di 30 anni.
Sassi contro le finestre - «Hanno lanciato uova e pietre contro la facciata di casa e le finestre. Una volta hanno persino cercato di dare fuoco alla siepe in giardino», raccontano, per esempio, B. e H., coppia omosessuale di Oberburg. Il fatto è stato commesso da un gruppo di adolescenti, alcuni con un background migratorio, conosciuti nel comune per aver terrorizzato anche dei dodicenni.
L’identikit - Secondo il sociologo Dirk Baier, l’omofobia è in aumento nei cantoni della Svizzera tedesca. «In particolare - spiega - è diffusa fra i giovani di 15-17 anni. Nel giro di due anni, le percentuali di adolescenti che concordano con le affermazioni discriminatorie legate all’orientamento sessuale sono passate dall’11 al 23%. Spesso sono maschi, meno istruiti e molto religiosi. Si riscontrano alti livelli di omofobia tra chi proviene dall’Europa orientale o dai paesi islamici».
Il fattore social media - Le cause dell’aumento dei crimini d’odio non sono definibili con certezza. «Probabilmente - continua Baier - gli adolescenti si fanno influenzare dalle posizioni anti LGBTIQ portate avanti dai gruppi di destra e dal radicalismo religioso». Anche i social media influiscono: «Non sono la causa - conclude il sociologo - però possono servire per rafforzare alcune posizioni e per suggestionare determinati giovani che, ancora, non hanno una solida visione del mondo».