L'uomo, sotto stretta osservazione dal 2021, si troverebbe attualmente in stato di arresto. Bocche cucite da Berna.
GINEVRA - I tentacoli di Pechino sembrerebbero estendersi anche in Svizzera. E non senza conseguenze. Che Ginevra, al pari di Vienna, sia storicamente una città dove pullulano le spie e gli agenti dei servizi segreti di mezzo mondo è risaputo. Eppure quando questi vengono presi con le mani nel sacco l’eco mediatico è sempre importante.
Secondo quanto rivelato da un’indagine investigativa da parte del gruppo Tamedia, con il sostegno di Der Spiegel e NK News, un cittadino canadese residente a Ginevra sarebbe stato arrestato dalla polizia svizzera con l’accusa di spionaggio a vantaggio di uno stato straniero.
Ma riavvolgiamo il nastro. La vicenda inizia nel 2021 quando l’uomo ha attirato per la prima volta l’attenzione degli 007 svizzeri. Il Servizio delle attività informative della Confederazione (Sic) stava tenendo d’occhio un diplomatico cinese sospetto di lavorare per i servizi segreti di Pechino, quando è apparso per la prima volta Bruce.
I due si sono incontrati spesso in bar e ristoranti di Ginevra. Durante questi momenti Bruce passava informazioni sui diplomatici nordcoreani presenti in Svizzera. Il paese di Kim Jong-un era infatti la grande passione del canadese.
Sono tanti i punti interrogativi ancora avvolti nell’ombra: come mai è stato approcciato Bruce? Perché Pechino interessavano informazioni sui diplomatici di un paese amico? La politica del Sic invece è molto chiara. In un rapporto datato del 2023 la Cina, subito dietro alla Russia, è considerata la seconda fonte di minaccia per la Confederazione.
Nel marzo 2023 la Procura federale, responsabile delle indagini giudiziarie nel campo del controspionaggio, ha aperto un procedimento penale contro il canadese. Secondo le sentenze del Tribunale penale federale il canadese è sospettato di «servizio di intelligence politica», ma anche economica e militare, «a vantaggio di uno Stato estero».
I pedinamenti e i controlli sono continuati fino allo scorso 14 marzo, quando Bruce è stato interrogato e posto in stato di fermo. L’inchiesta di Tamedia sospetta che quel giorno coincida con il suo arresto. Il portavoce del Sic Nicolas Kessler non ha voluto rilasciare dettagli in merito: «Il Sic non si esprime su casi particolari né sulle sue attività operative».
Anche la Procura federale, responsabile delle indagini contro il canadese, non ha rilasciato commenti. «Lo spionaggio è per definizione un settore in cui è particolarmente importante poter mantenere segrete alcune indagini», ha precisato il portavoce.