Un'associazione chiede di limitare il numero di felini. E punta il dito sulla produzione «dannosa» del cibo e sul loro istinto predatorio.
BERNA - Limitare la popolazione di gatti in Svizzera, per il bene dell'ambiente? Ci sta pensando l'Associazione svizzera per la protezione del clima, riferisce oggi la NZZ am Sonntag.
Stando al domenicale l'organizzazione - che in passato aveva lanciato l'iniziativa sui ghiacciai sfociata poi in un controprogetto, la legge sul clima, approvato in votazione popolare nel 2023 - sta valutando un'altra proposta di modifica costituzionale.
Tra le altre cose è in discussione una moratoria per i gatti: l'idea è di impedire che gli effettivi crescano nei prossimi dieci anni. L'importazione e l'allevamento di questi animali potrebbero essere vietati.
La produzione del cibo per i felini comporta infatti emissioni dannose per il clima, argomentano i critici. Inoltre i gatti, con il loro forte istinto di caccia, mettono in pericolo molti animali: secondo alcune stime in Svizzera uccidono ogni anno 30 milioni di uccelli e mezzo milione di rettili e anfibi.
Stando al domenicale il tema è però molto delicato. I politici interpellati si sono pentiti subito di aver risposto al telefono e in seguito hanno scritto lunghe e-mail per non essere fraintesi. Non desiderano essere citati perché un potenziale elettore su due ama l'animale domestico.
L'Associazione svizzera per la protezione del clima ha discusso ieri a Berna diverse proposte per ridurre la produzione di CO2. Il direttore Oliver Daepp non esclude l'idea di una moratoria sui gatti. «Non è però una delle nostre idee centrali», puntualizza citato dal settimanale. «Per noi il punto chiave è che l'iniziativa riduca in modo massiccio le emissioni di gas serra».