Il KOF ha analizzato le intenzioni di 4500 aziende svizzere. «La maggior parte è poco incline a fare concessioni».
BERNA - Le aziende svizzere sembrano poco inclini a fare concessioni salariali in vista delle trattative per il prossimo anno e tendono ad allineare le loro proiezioni salariali a quelle dell'inflazione. È quanto emerge da un indagine trimestrale condotta dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF).
Le circa 4500 società interpellate prevedono un aumento medio delle retribuzioni dell'1,6%, in linea con le loro aspettative di inflazione per i prossimi dodici mesi.
Questi dati confermano quelli di un precedente sondaggio del KOF condotto presso le stesse aziende, che a maggio prevedeva un'inflazione su dodici mesi dell'1,6% e aumenti salariali della stessa entità nel 2025. A gennaio, le associazioni dei datori di lavoro prevedevano ancora un aumento dei salari dell'1,8%.
Da parte sua, il KOF ribadisce la previsione di un'inflazione dell'1,0% per il prossimo anno, che lascerebbe ai dipendenti un aumento salariale dello 0,6%.
A fronte di una cronica carenza di personale, il settore alberghiero e della ristorazione dovrebbe essere in testa in termini di aumenti salariali, con aspettative medie di circa il 2,7%. Anche i servizi l'informazione e la comunicazione (+1,8%) dovrebbero essere tra i più generosi con i propri dipendenti.
Il commercio al dettaglio (+1,1%), quello all'ingrosso (+1,2%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche (anch'essa +1,2%) e l'ingegneria meccanica (+1,3%), dovrebbero invece essere meno generosi.