Gli esperti sono concordi: i gruppi vulnerabili in Svizzera dovrebbero vaccinarsi
BERNA - Lo stato australiano del Queensland è alle prese con la peggior ondata influenzale degli ultimi sette anni. Sono oltre 42mila i casi registrati fino a lunedì 12 agosto, riferiscono i media locali, con oltre 4000 persone che sono state ricoverate in ospedale. Ci si sta avvicinando al record negativo del 2017, quando furono 6079 i soggetti ospedalizzati. «Il Queensland è sulla buona strada per la peggiore stagione influenzale degli ultimi sette anni», scrive il portale News.com.au. La particolarità di quest'anno è che non sono stati colpiti solo gli anziani, ma anche i giovani. Il numero di bambini ricoverati in ospedale per influenza è più che raddoppiato nell'ultima settimana. Lunedì, erano 28 quelli costretti a letto in reparto.
«L'Australia è il nostro indicatore» - Perché un'epidemia che si sta verificando dall'altra parte del mondo dovrebbe interessare la Svizzera? Secondo l'infettivologo Andreas Widmer, quanto sta accadendo in Australia non fa ben sperare per la stagione influenzale in inverno. «Sta arrivando anche da noi, l'Australia è il nostro indicatore». Widmer non pensa che tra qualche settimana saremo alle prese solo con questo virus: «Influenza, Covid-19 e Virus respiratorio sinciziale (Rsv) circoleranno in parallelo».
Aumentare la sorveglianza, preparare i test, vaccinare - Il governo federale deve farsi trovare pronto, secondo Widmer. «Tenere d'occhio i dati sulle acque reflue non è sufficiente». L'infettivologo auspica una dotazione agli ospedali del cosiddetto triplo test - che analizza Covid, Rsv e influenza contemporaneamente - in modo da trattare correttamente e rapidamente le infezioni respiratorie gravi. Questo contribuisce a evitare che il sistema sanitario sia sovraccaricato. «Un'ondata non arriva da un giorno all'altro, si accumula lentamente». Il consiglio per i pazienti ad alto rischio è quello di vaccinarsi, così da ridurre il rischio di decorsi più gravi.
Troppo presto per trarre delle conclusioni - C'è chi ha una posizione più moderata rispetto a Widmer. Walter Zingg, primario della Clinica di Malattie Infettive e Igiene Ospedaliera dell'Ospedale Universitario di Zurigo, ritiene che sia «difficile fare previsioni sulla stagione influenzale». Ritiene inoltre che sia «troppo presto per parlare di una 'forte ondata' in tutta l'Australia», dato che «ci sono grandi differenze tra i territori. In alcuni il numero di nuovi casi sta diminuendo, mentre in altri, come il Queensland, il numero sta aumentando in modo impressionante». Non resta che aspettare e vedere. «La stagione non è ancora finita».
Si raccomanda la vaccinazione - Zingg e Widmer sono d'accordo su un punto: i gruppi vulnerabili, «cioè gli ultrasessantenni e le persone con deficit immunitario, dovrebbero essere vaccinati». Zingg sospetta che alla base dell'ondata d'influenza in Australia ci sia un basso tasso di vaccinazione. «Non escluderei nemmeno un certo effetto post-Covid». I dati del Queensland hanno mostrato che «meno del 15% dei bambini ricoverati in ospedale con l'influenza era vaccinato».