Azioni di salvataggio ostacolate, incidente con elicotteri e sorvolo dove non è consentito: l'UFAC prova a correre ai ripari.
BERNA - A giugno, a causa di un’esplosione in un parcheggio sotterraneo a Nussbaumen, nel canton Argovia, due uomini hanno perso la vita e altri sono rimasti feriti. Le operazioni di salvataggio di tre elicotteri sono state interrotte a causa dei droni: la polizia, tramite i social media, ha chiesto ai proprietari di riportare a terra, immediatamente, i propri mezzi.
Decine di migliaia di droni - Il fatto ha posto l’accento sulla presenza sempre più copiosa nei cieli svizzeri dei cosiddetti aeromobili a pilotaggio remoto. Secondo l’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC), sono 80’000 gli operatori di droni registrati (la procedura, dal 2023, è obbligatoria per i velivoli di peso superiore a 250 grammi o dotati di telecamera). La cifra è in costante aumento. E, come sottolineato da 24 heures, la proliferazione non è priva di problemi.
I problemi - Negli ultimi anni, la REGA ha registrato nove incidenti fra i droni e gli elicotteri di soccorso. «Se le regole in vigore fossero però rispettate - spiega la portavoce Corina Zellweger - non ci sarebbero problemi». Nei pressi dell’aeroporto di Zurigo sono stati avvistati dei velivoli a pilotaggio remoto, sebbene siano vietati nel raggio di cinque chilometri dalla struttura. Il problema riguarda anche l’aeroporto di Ginevra.
Noncuranza delle regole? - Secondo l’UFAC, le infrazioni sono in aumento. Non solo: molto spesso, le persone utilizzano i droni senza sapere cosa sia consentito. Questo avviene nonostante, dallo scorso anno, sia necessario sottoporsi a un corso di formazione. Inoltre, in genere i velivoli non sono amati dalla popolazione, che si sente osservata (in alcuni casi anche spiata). L’UFAC sta conducendo una campagna per ricordare alcune regole di base. Nella speranza che serva.