Somme inferiori di un quinto rispetto al 2002: ciò si traduce in un calo medio di 15mila franchi all'anno.
ZUGO - Gli svizzeri ricevono sempre meno soldi quando vanno in pensione. Lo evidenzia uno studio della società di consulenza finanziaria Vermögenszentrum, secondo cui tuttavia la maggioranza delle persone pensa di poter superare questa fase senza difficoltà economiche.
Situazione - Oggi le pensioni (primo più secondo pilastro) «sono di un quinto inferiori rispetto al 2002», porta a galla l'analisi. Ciò si traduce in una diminuzione media di 15'000 franchi all'anno. «Le casse pensioni hanno ridotto le loro rendite di quasi il 40%. Al contrario quelle dell'AVS, ripetutamente adeguate al rincaro, sono salite del 19%», spiega l'analisi.
Voto - Il prossimo 22 di settembre si voterà sulla riforma della previdenza professionale. «Se la modifica di legge superasse lo scoglio del voto popolare, le casse pensioni potrebbero ridurre le loro rendite nell'ambito del regime obbligatorio», avverte inoltre Vermögenszentrum.
Analisi - I lavoratori con stipendi medi o alti spesso ricevono solo la metà o meno del loro ultimo stipendio sotto forma di pensione. «Malgrado ciò, l'80% non ritiene che avrà un problema di soldi. In ogni caso, negli ultimi cinque anni, il potere d'acquisto è sceso di quasi il 6%», spiega lo studio.
Media- Nel 2023, la pensione di un uomo di 65 anni che guadagnava 100'000 franchi lordi all'anno corrispondeva al 52% del suo ultimo salario, rispetto al 62% di vent'anni fa. Il divario si allarga con l'aumentare del reddito e viceversa, illustra lo studio. Ad esempio, per uno stipendio annuo di 50'000 franchi, la percentuale è rimasta invariata a circa il 64%, mentre per uno di 150'000 è scesa dal 58% al 43%.