Una commissione speciale ha formulato oltre 100 suggerimenti su temi caldi.
BERNA - Maggiori investimenti nell'esercito, cooperazione nella difesa con la NATO e revisione della politica di neutralità: sono queste le raccomandazioni di un gruppo di esperti al Governo federale. Il gruppo ha formulato un totale di cento raccomandazioni per una "politica di sicurezza lungimirante".
Pochi giorni fa la commissione istituita dal Dipartimento della difesa (DDPS) ha pubblicato il suo rapporto finale di 68 pagine dove si formulano indicazioni in sette aree su come potrebbe essere organizzata una politica di sicurezza lungimirante.
Esercito - Ad esempio, la commissione chiede che l'esercito si concentri maggiormente sulle sue capacità di difesa e che aumenti il bilancio militare all'1% del prodotto interno lordo (PIL) entro il 2030. Raccomanda inoltre di allentare il divieto di riesportazione di armi svizzere verso alcuni Paesi.
Neutralità - Anche la politica di neutralità dovrebbe essere fondamentalmente riconsiderata. Questa dovrebbe essere maggiormente incentrata sulla sua funzione di politica di sicurezza e gestita in maniera più flessibile. La maggioranza della commissione raccomanda di allineare la politica di neutralità maggiormente alla Carta delle Nazioni Unite e di tenere maggiormente conto della distinzione tra aggressore e vittima.
Avvicinamento alla NATO - A livello internazionale, la Commissione raccomanda di avviare una cooperazione in materia di difesa con la NATO e l'UE. A tal fine, si dovrebbero definire le aspettative per le capacità di difesa del Paese e le controprestazioni. In questo contesto, dovrebbe essere ampliato anche il peacebuilding militare. Per quanto riguarda la politica degli armamenti, il rapporto afferma che l'industria della difesa svizzera dovrebbe essere maggiormente allineata alla situazione di minaccia. Secondo la Commissione, è inoltre necessario un concetto che chiarisca i compiti e l'interazione tra la difesa militare e quella civile, promuova la resilienza dell'economia e dell'amministrazione e sensibilizzi l'opinione pubblica sul deterioramento della situazione della sicurezza. Il comitato ha inoltre affermato che il commercio estero e la politica economica dovrebbero essere considerati parte della difesa economica del Paese. La maggioranza della commissione ha anche raccomandato la fusione del servizio civile e della difesa civile.
I lavori - La commissione aveva una composizione ampia. Era presieduta da Valentin Vogt, ex presidente dell'Associazione svizzera dei datori di lavoro. Il rapporto è stato redatto dalla filosofa politica Katja Gentinetta. Nella commissione hanno fatto parte anche professori di diritto internazionale e di relazioni internazionali, nonché esperti indipendenti di politica di sicurezza. Erano inoltre rappresentati i sei gruppi parlamentari, le diverse generazioni e le regioni linguistiche. La commissione ha votato su ogni singola raccomandazione. Nella maggior parte dei casi, non c'è stata unanimità. La diversità di queste opinioni è riflessa nel rapporto.
Rapporto - Il documento è destinato a dare impulso alla Strategia di politica di sicurezza 2025, per la quale la Segreteria di Stato per la politica di sicurezza (Sepos) ha appena iniziato a lavorare. Il rapporto intende inoltre contribuire al dibattito sia pubblico che parlamentare. Era solo la terza volta che veniva istituita una commissione di questo tipo dalla caduta del Muro di Berlino e dallo scoppio della Guerra Fredda. L'iniziativa è stata provocata dallo scoppio della guerra in Ucraina, che ha cambiato radicalmente la situazione della sicurezza in Europa.