Per il presidente del PLR Thierry Burkart sarebbero le aziende svizzere a dover assumersi i costi dell'immigrazione
BERNA - Nell'ambito dei negoziati tra la Confederazione e l'Unione europea (Ue), il presidente del PLR Thierry Burkart si è espresso a favore di una tassa sull'immigrazione per le aziende elvetiche. La Svizzera potrebbe considerare uno strumento di questo tipo in merito alla libera circolazione delle persone.
Le aziende locali attraggono lavoratori qualificati dall'estero che contribuiscono alla prosperità del Paese, ha dichiarato il consigliere agli Stati argoviese in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano Neue Zürcher Zeitung. Allo stesso tempo, un maggior numero di persone genera anche maggiori costi, ha spiegato Burkart. Ad esempio, sono necessari più insegnanti e medici. «Con una tassa, spetterebbe alle aziende soppesare i vantaggi e gli svantaggi», ha detto.
Abolire il numerus clausus in medicina - Per il 49enne è chiaro che è necessaria una clausola di salvaguardia «che permetta alla Svizzera di regolare efficacemente l'immigrazione». L'Ue deve fare delle concessioni alla Svizzera. Oltre a possibili strumenti propri, come la tassa sull'immigrazione, Berna deve però anche correggere incentivi sbagliati.
Ad esempio, secondo Burkart, il numerus clausus per l'ammissione agli studi di medicina dovrebbe essere abolito. «È inaccettabile che rendiamo così difficile l'accesso agli studi di medicina agli studenti svizzeri e allo stesso tempo dobbiamo far venire il 40% dei medici dall'estero».