Qualora il progetto del Consiglio federale dovesse andare in porto, c'è chi non avrebbe nessun problema ad avere una centrale dietro casa
BERNA - Il Consiglio federale vuole revocare il divieto di costruzione di nuove centrali nucleari, come parte di una controproposta all'iniziativa contro il blackout. Nel 2017 l'elettorato aveva votato contro la costruzione di nuove centrali, ma la situazione è cambiata a causa dell'aumento della domanda di elettricità, della crescita demografica e della guerra in Ucraina, ha spiegato il ministro dell'Energia Albert Rösti.
«Oggi suppongo che una nuova centrale nucleare dovrebbe essere costruita nei siti esistenti. Per il semplice motivo dell'accettazione da parte dell'opinione pubblica», ha dichiarato Rösti al SonntagsBlick. Non è un caso che la località citata per un possibile sito sia Mühleberg, nel canton Berna. Lì è stata per anni in funzione una centrale nucleare, finché nel 2013 è stato deciso di chiuderla - come infatti è avvenuto nel 2019. Per ragioni economiche, peraltro. Il gestore BKW crede che l'area sarebbe nuovamente utilizzabile nel 2034.
Ci sono poi due comuni argoviesi che dicono di essere pronti per un'altra centrale nucleare. Già, un'altra. Si tratta di località che hanno già avuto a che fare con l'atomo. La prima è Döttingen, il cui sindaco Michael Mäder ha dichiarato a Watson: «Siamo pronti per Beznau 3». Mäder pensa soprattutto al numero di posti di lavoro garantito da un impianto di questo genere. «Come sindaco, sarei ovviamente felice se venisse costruita un’altra centrale nucleare».
Anche il sindaco di Leibstadt, Hanspeter Erne, è altrettanto entusiasta: «Qui tutti sono pienamente a favore di Leibstadt 2». Il comune potrebbe anche offrire "condizioni perfette" per un'altra centrale nucleare.
Queste sono le manifestazioni d'interesse. La proposta avanzata dall'esecutivo sarà ora sottoposta a consultazione. «Poi il Parlamento potrà discuterne e dire democraticamente cosa il Consiglio federale dovrebbe o non dovrebbe fare. E alla fine sarà il popolo a decidere», conclude Rösti.