La precedente rappresentanza fu chiusa nel 1991 a causa delal guerra del Golfo
BERNA - Dopo 33 anni, da oggi 3 settembre la Svizzera dispone nuovamente di un’ambasciata in Iraq. La precedente rappresentanza fu chiusa nel 1991 a causa della guerra del Golfo. Dopo anni di gravi conflitti interni, negli ultimi tempi la situazione legata alla sicurezza in Iraq è migliorata. Il Paese sta imboccando una fase di sviluppo economico e svolge sempre più spesso un ruolo importante quale mediatore, costruendo ponti tra attori internazionali. Negli scorsi anni, per esempio, si è puntualmente impegnato a favore della pace e della sicurezza nella regione.
Oggi gli Stati che dispongono di una propria ambasciata a Baghdad sono più di 50, tra cui anche Austria, Francia, Germania e Italia.
Interessi della Svizzera nei settori dell’economia, della sicurezza e della migrazione - Nel 2021 il consigliere federale Ignazio Cassis si è recato personalmente sul posto per farsi un’idea della situazione, e la riapertura dell’ambasciata è stata uno dei temi centrali dell’incontro con il suo omologo iracheno. Nell’autunno del 2023 le Commissioni della politica estera hanno infine dato il via libera per procedere con il progetto.
Con la nuova rappresentanza diplomatica si intende consolidare le relazioni bilaterali con l’Iraq, potenziare la collaborazione nel campo dell’economia, della sicurezza e della pace e rappresentare maggiormente gli interessi della Svizzera. Grazie alle sue risorse energetiche e alla diversificazione economica, l’Iraq offre interessanti possibilità di esportazione e investimento a lungo termine per le aziende svizzere.
«Un’ulteriore priorità per la Svizzera è la cooperazione in materia di migrazione. Dal 2020 il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) sostiene progetti in quest’ambito in Iraq e negli scorsi anni ha intensificato il dialogo con le autorità del Paese. I relativi colloqui sono sfociati, nel maggio del 2024, nella firma di un accordo in tale settore. Al fine di promuovere la cooperazione nel campo della migrazione in loco, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) distacca presso la nuova ambasciata un’incaricata svizzera della migrazione. Nelle sue attività quest’ultima affiancherà Daniel Hunn, che nel mese di marzo è stato nominato ambasciatore in Iraq dal Consiglio federale. In tutto presso l’Ambasciata di Svizzera a Baghdad lavoreranno tre persone», si legge nella nota.
La nuova rappresentanza svolgerà soprattutto compiti di natura politica e diplomatica. Per quanto riguarda gli affari consolari e le richieste di visto per la Svizzera da parte di cittadine e cittadini iracheni, continuerà a essere responsabile l’Ambasciata di Svizzera ad Amman, capitale della Giordania.
Un’importante presenza nella regione - Al fine di tutelare i propri interessi in questa parte del mondo, «per la Svizzera è fondamentale intrattenere buone relazioni bilaterali. Riaprendo un’ambasciata a Baghdad, la Confederazione consolida il proprio ruolo nei settori della promozione della pace e dell’aiuto umanitario, profilandosi inoltre quale partner economico nell’area MENA. Alla luce della rilevanza geopolitica dell’Iraq, la riapertura della rappresentanza diplomatica era un obiettivo della Strategia MENA 2021–2024 del Consiglio federale», spiega la nota.