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SVIZZERAQuando vegano non sempre rima con sano

03.09.24 - 11:52
Una fondazione ha esaminato l'apporto nutritivo di bistecche e hamburger a base vegetale. E i risultati non sono propriamente confortanti.
Depositphotos (grandbrothers)
Fonte ats
Quando vegano non sempre rima con sano
Una fondazione ha esaminato l'apporto nutritivo di bistecche e hamburger a base vegetale. E i risultati non sono propriamente confortanti.

BERNA - Bistecche vegetali e hamburger vegani sono considerati decisamente più sostenibili in termini ecologici nonché più salutari dei prodotti a base animale. Tuttavia, una dieta che esclude categoricamente la carne comporta anche dei rischi.

A mettere in guardia i consumatori è la Fondazione per la valutazione delle scelte tecnologiche (TA-SWISS), la quale ha esaminato l'apporto nutritivo dei prodotti alternativi alla carne a base vegetale. Nel suo rapporto pubblicato oggi TA-Swiss è giunta alla conclusione che escludendo la carne dai nostri piatti si incorre in una carenza di vitamine e nutrienti essenziali al corpo umano. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell'Università di Berna e il centro di competenza della Confederazione per la ricerca agronomica Agroscope.

Dal punto di vista dell'impatto ambientale - misurato in termini di emissioni di CO2, consumo di acqua e perdita di biodiversità - l'alternativa vegana o vegetariana è senz'altro migliore, stando agli esperti. «Grano, mais, riso e soia sono considerati prodotti alimentari di base in molti Paesi. In Svizzera, ne importiamo una grande quantità come foraggio concentrato da destinare ai nostri animali da redditto, con lo scopo di produrre più latte e carne», dichiarano i ricercatori.

Minore impatto ambientale - Accrescere la produzione nell'agricoltura, in termini di bestiame, significa aumentare le emissioni di gas serra. La coltivazione di un maggior numero di campi con specie vegetali diminuisce dunque l'impatto ambientale. Gli esperti hanno calcolato ad esempio che una cotoletta a base di frumento o di soia genera un effetto serra 6 volte inferiore rispetto a quella di una bistecca di manzo o di maiale. L'impatto ambientale di un falafel, invece, è addirittura 15 volte minore di quello di una polpetta.

Tuttavia, per quanto riguarda i prodotti sostituti del latte, i benefici sono più contrastanti. Sebbene le bevande a base di soia siano giudicate più sostenibili del latte di mucca, le bibite a base di avena consumano ad esempio il quadruplo delle risorse idriche in fase di produzione rispetto al latte vaccino. Stando ai ricercatori, nel caso delle bevande a base di mandorle, il consumo di acqua è addirittura trenta volte superiore.

Vitamina B12 - Secondo il rapporto, rinunciando alla carne si trae senza dubbio vantaggio per la salute, ma alcune vitamine sono presenti unicamente nei prodotti animali. In particolare, il consumo di carne rossa aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, di alcuni tipi di cancro e di altre patologie, afferma TA-Swiss nel suo rapporto.

D'altro canto, la vitamina B12, fondamentale per il metabolismo, per il funzionamento del sistema nervoso nonché per l'emopoiesi, è invece presente solo negli alimenti a base animale. In particolare, i cibi che ne contengono di più sono fegato, molluschi e alcuni tipi di pesce. Per questo motivo, per chi sceglie una dieta completamente vegana, è vivamente consigliato il ricorso a integratori di vitamina B12. Inoltre viene a mancare l'apporto di ferro. Il corpo umano fa più fatica ad assimilare questo micronutriente essenziale con la sola dieta vegetariana.

Ecco perché, in conclusione, il rapporto di TA-Swiss mette in evidenza la necessità di sensibilizzare maggiormente i consumatori, mediante informazioni inerenti i micronutrienti fondamentali per l'essere umano e, possibilmente, anche inerenti l'impatto ambientale legato alla produzione dei prodotti alternativi alla carne.

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COMMENTI
 

Spotless 2 sett fa su tio
Si parla di ovvietà. La B12 la assimilano gli animali pascolando. È un dato di fatto che ormai la carne che viene consumata non proviene più in gran parte da allevamenti estensivi, ma intensivi. Di fatto, alcune persone onnivore hanno carenze proprio perché anche gli animali che mangiano non hanno assimilato B12 non pascolando. Le persone vegetariane/vegane la assimilano in modo artificiale e ne sono consapevoli. L'OMS stessa dichiara che i livelli raccomandati di nutrienti possono essere raggiunti anche con una dieta vegana adeguatamente pianificata. Non serve fare titoli sensazionalistici per creare ancora più spaccature su questo tema.

Gufo1 2 sett fa su tio
La storia dell'effetto ambientale dei prodotti animali è assolutamente da relativizzare. Certo, se si prendono in considerazioni prodotti provenienti da Argentina, Uruguay, Canada e Nuova Zelanda (carne), rispettivamente di latticini da allevamenti intensivi importati dall’Europa allora le medie d’impatto di alzano all’inverosimile. Basterebbe puntare sui prodotti locali – il cui prezzo purtroppo però rimane inspiegabilmente mantenuto artificialmente troppo alto – per abbassare di parecchio gli effetti nocivi sull’ambiente. Un vitello od una manzetta che brucano e bevono sull’Alpe non fanno altro che consumare quanto sia già presente in natura. Lo stesso vale per il fieno portato a valle per l’inverno e per gli allevamenti. Quindi, non si raccontino storie. Come spesso capita nel nostro Paese, il problema è dato dalle importazioni indotte dai prezzi alti dei prodotti autoctoni, vittima di cartelli, regolamentazioni e contingentamenti assurdi. Prodotti vegani artificiali (beyond meat e simili) sono imbottiti di coloranti, additivi per il gusto e conservanti. Non mi direte che sia meglio una schifezza simile di una costinata a km 0 !

Johnnybravo 2 sett fa su tio
Risposta a Gufo1
Concordo che l'impatto ambientale dell'allevamento varia a seconda delle pratiche. Tuttavia, è importante considerare che anche l'allevamento estensivo locale ha un impatto, anche se minore. Inoltre, la produzione di carne richiede una quantità di risorse (acqua, terra, energia) significativamente superiore rispetto alla produzione di alimenti vegetali. Per quanto riguarda i prodotti vegani, è vero che alcuni sono molto processati, ma esistono anche molte alternative semplici e naturali. Credo che la scelta alimentare debba essere il risultato di una valutazione attenta di tutti i fattori coinvolti, compreso l'impatto ambientale, la salute e il benessere animale.

Lo Scienziato 2 sett fa su tio
Risposta a Gufo1
Il mito del “chilometro zero” e la difesa della carne rossa come opzione salutare sono fuorvianti. Il trasporto del cibo incide poco sull’impatto ambientale complessivo, mentre la produzione di carne (paradossalmente specialmente quella non intensiva) è inefficiente e dannosa per il clima. Inoltre, la carne rossa è classificata come probabilmente cancerogena e legata a malattie cardiovascolari, mentre gli additivi presenti nel nostro cibo sono rigorosamente testati e sicuri. In ogni caso vogliamo confrontare la peggiore opzione vegana, allora dovremmo essere onesti e prendere in considerazione anche la peggiore carne da allevamento intensivo, piena di antibiotici e grassi saturi. Ma se facciamo un confronto più equo, tra carne di qualità e alternative vegane di qualità come i prodotti di “Planted.” (spin-off dell'ETHZ), che offrono ferro e B12 equivalenti alla carne senza additivi, la parte animale ne esce comunque perdente. E il divario diventa ancora più evidente se consideriamo opzioni vegetali ancora più salutari come tofu, tempeh o seitan, che sono associate a una riduzione del rischio di malattie non trasmissibili. In definitiva, ciò che conta davvero è scegliere alimenti che siano sia sostenibili che salutari, piuttosto che concentrarsi solo sulla provenienza locale. Per maggiori info sull'impatto ambientale del cibo ti rimando a questo articolo di Our World in Data: "You want to reduce the carbon footprint of your food? Focus on what you eat, not whether your food is local"

Spotless 2 sett fa su tio
Risposta a Gufo1
Il tuo ragiona funziona se ogni persona mangiasse carne 1 volta ogni due settimane. La carne a km 0 dei pascoli è presente in quantità estremamente ridotte, se si vuole continuare a mangiare carne tutti i giorni non è possibile come dici tu. E di conseguenza, entrano in gioco le alternative. Pensare di voler continuare a consumare carne al ritmo di oggi e prodotta solo da contadini locali è pura utopia. Inoltre, ti consiglio di leggere la lista ingredienti del marchio Planted (prodotto dall'eth). Scoprirai che non tutto è chimico e hanno un buon sapore. Si informi meglio.

Bad 2 sett fa su tio
Risposta a Johnnybravo
Aggiungiamo di dover portare l’acqua sull’alpe con l’elicottero e dover tagliare tutto quello che cresce per mantenere l’erba che piace agli animali

Gufo1 2 sett fa su tio
Risposta a Johnnybravo
Consumo maggiore di acqua per la produzione di carne? Su Alpi, pascoli ed in generale nel nostro Paese non deve essere attinta più acqua di quanto non sia già disponibile in loco. L’acqua non consumata scorre comunque e si disperde fino al mare. Dunque, andrebbe comunque persa. Consumo maggiore di energia per la produzione di carne? Già ora vedo innumerevoli fattorie con pannelli solari. Tra qualche anno il settore potrebbe divenire completamente indipendente dalla rete. Basta volerlo. Inoltre, nel nostro Paese l’energia viene comunque prodotta in grande parte dal settore idro-elettrico e da quello nucleare. Entrambi con bassissimi impatti ambientali. Consumo maggiore di suolo per la produzione di carne? Alpi e pascoli esistono da secoli ed anzi gli ambientalisti ci dicono che debbano essere mantenuti. Allevamenti intensivi in Svizzera sono un non-problema perché di dimensioni ridottissime.

Bad 2 sett fa su tio
Risposta a Gufo1
Non deve essere attinta più acqua di quanta non sia disponibile in loco? È da qualche annetto che non visita un alpeggio…

Johnnybravo 2 sett fa su tio
Titoloni sensazionalistici per notizie già note: l'ennesimo articolo che ci ricorda l'importanza di integrare la vitamina B12 e, talvolta, il ferro in una dieta vegana. Come se fosse una novità! Quello che bisognava sottolineare è che i benefici di una dieta a base vegetale per la salute e l'ambiente sono ben documentati da anni. Peccato che spesso si scelga di enfatizzare gli aspetti più ovvi.

Bayes 2 sett fa su tio
Risposta a Johnnybravo
Concordo, sono cose arci-note (si veda ad esempio il position paper dell’ADA, l’associazione più prestigiosa al mondo di nutrizionisti (americani e canadesi) in essere dagli anni 80 e aggiornata di volta in volta, oppure Harvard nutrition source (spero che queste siano abbastanza scientifiche per chi mangia popcorn). Quindi non è chiara la necessità di Agroscope di spendere dei soldi in “ricerca” per produrre cose note da decenni (non si dice comunque che non c’è differenza tra popolazione veg e non veg in quanto a carenza da ferro anche se il ferro vegetale è più delicato di quello animale). Immagino che la ricerca sia più ampia e invece l’autore di questo articolo abbia deciso di evidenziare le cose note e, come sanno bene i veg, del tutto unproblematic nella pratica quotidiana.

S3RR4 2 sett fa su tio
Prendo i popcorn e aspetto tutti gli pseudo scienziati dibattere sotto questo articolo!
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