L'ex-granconsigliere Udc del canton Svitto di nuovo in aula per i fatti del 2021 (e per cui era già stato condannato) e con un esito simile.
ZURIGO - Da otto mesi di carcere, sospesi con la condizionale, a nove mesi sospesi. È questo l'esito emerso questo mercoledì dall'aula del tribunale d'appello dove era tornato in giudizio l'ex-granconsigliere svittese dell'UDC Bernhard Diethelm.
L'uomo, lo ricordiamo, era stato accusato di tentato stupro e aggressione ai danni di una sex-worker 27enne perpetrati durante incontro a carattere sadomaso nel 2021.
Il meeting sarebbe poi degenerato, per motivi di soldi che lo svittese non aveva, e anche per il suo tentativo di prenderla con la forza servendosi di una (ancora presunta e non identificata) sostanza chimica.
In seguito all'intervento del compagno della donna, e all'arrivo della polizia, il 41enne si è dato alla fuga, con ancora indosso collare e guinzaglio.
Nei suoi confronti le accuse formalizzate erano di tentato stupro, tentata violenza sessuale, messa in pericolo della vita altrui, lesioni e aggressioni multiple. Durante il processo di prima istanza era stato assolto da gran parte delle accuse, eccezion fatta per le lesioni e il possesso di pornografia illegale con animali (inviate via messaggino alla prostituta).
Una prima sentenza che non aveva convinto il Ministero pubblico che aveva annunciato l'intenzione di fare ricorso ma nemmeno l'imputato.
Il ritorno davanti al giudice però, come già accennato, non ha portato a un esito sostanzialmente diverso.
Diethelm - nei confronti del quale erano stati chiesti 3 anni di reclusione - è stato nuovamente riconosciuto colpevole solo dei reati meno gravi, quindi soprattutto lesioni semplici. È stato invece assolto da quelle più gravi - su tutti la messa in pericolo della vita - «per mancanza di prove».
«Le dichiarazioni della vittima sono credibili», ha confermato il giudice emettendo la nuova sentenza, «non abbiamo dubbi che ci sia stato lo strangolamento, ma non possiamo affermare che vi fosse l'intento di uccidere».
In precedenza l'avvocato difensore aveva sostenuto l'impossibilità di distinguere l'origine delle lesioni sul corpo della donna: «Potrebbero essere state inflitte da altri clienti», aveva chiosato prendendo di petto anche le dichiarazioni della vittima alla polizia: «Ha sempre detto che aveva temuto per la sua vita, non che non riusciva più a respirare».
Per il pubblico ministero, invece, l'uomo «ha fatto uso della forza in modo sproporzionato, ingiustificato ed eccessivo per immobilizzarla e soddisfare i suoi bisogni».
La condanna è stata inasprita lievemente, a 9 mesi con la condizionale. L'uomo è stato anche condannato a una multa di 1'000 franchi.
Prima della sentenza Diethelm aveva chiesto scusa per l'aggressione: «Mi dispiace di averlo fatto, mi hanno dipinto come un mostro ma non sono così», ha dichiarato all'aula, «ringrazio la mia famiglia e i miei colleghi di lavoro per avermi sostenuto in quelli che sono stati anni davvero difficili».