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ZURIGOPerché non dovremmo pubblicare sul web le foto dei nostri figli

08.09.24 - 22:03
Il 54% dei genitori svizzeri mette online immagini dei propri bambini senza sapere che possono finire nelle mani sbagliate.
unsplash
Oltre la metà dei genitori svizzeri pubblica foto dei propri figli sui social media.
Oltre la metà dei genitori svizzeri pubblica foto dei propri figli sui social media.
Perché non dovremmo pubblicare sul web le foto dei nostri figli
Il 54% dei genitori svizzeri mette online immagini dei propri bambini senza sapere che possono finire nelle mani sbagliate.

ZURIGO - Più della metà dei genitori svizzeri conserva immagini della vita dei propri figli su canali come Facebook, Instagram o WhatsApp. Ciò significa che, già da piccoli, i bambini lasciano una traccia digitale della quale non si libereranno mai.

Come riferisce la ex procuratrice Sandra von Hoyningen-Huene in un'intervista alla SonntagsZeitung, il fenomeno dello "sharenting", la condivisione costante sui social media di immagini dei propri figli, esiste da anni.

Questo fenomeno non è solo complicato in termini di legge sulla protezione dei dati, ma fa anche il gioco dei pedocriminali, che riescono a raccogliere enormi quantità di immagini di bambini e le usano per creare falsi video porno grazie all'intelligenza artificiale. Anche una normale foto di un bambino vestito può essere manipolata. «Durante i miei anni come procuratrice, ho effettuato numerose perquisizioni nelle case dei pedocriminali. Ciò che si trova è terribile. Ogni immagine pubblicata su Internet, anche se mostrata solo a una cerchia ristretta di amici su Facebook, espone il bambino a un pericolo», spiega Hoyningen-Huene.

Secondo l'esperta, con questi video, i malintenzionati possono ricattare adolescenti o le loro famiglie. Anche quando non si arriva a questo punto, le immagini possono circolare in tanti modi.

«Su siti web frequentati da pedocriminali ci sono sottocategorie - prosegue l'ex procuratrice -. Non tutti i pedocriminali, infatti, vanno fino in fondo. Alcuni seguono in diretta video gli abusi su bambini in Thailandia, dando istruzioni agli aguzzini. Altri hanno tendenze pedofile, ma si limitano a guardare normali immagini di bambini». Ciò significa che le foto dei nostri figli possono trovarsi a un solo clic di distanza dai video di stupri di neonati. «In un caso trovammo 400.000 immagini. Tre quarti di queste erano foto normali raccolte da Internet. Alcuni pedocriminali creano intere cartelle per ogni bambino».

Il numero di casi sospetti di pornografia illegale è esploso negli ultimi anni, come confermano gli incarti che vanno accumulandosi presso le procure.

La Svizzera vuole inasprire le regole
La Svizzera sembra essere pronta a introdurre leggi più severe contro la pubblicazione di immagini di bambini, così come già avviene in Francia. Qui è al vaglio un progetto di legge che prevede, per gli influencer che mostrano i propri figli online, l'obbligo di aprire un conto a loro nome. Su questo conto andrà depositata una parte dei proventi raccolti grazie all'uso di queste immagini. Inoltre, i genitori possono essere privati della custodia se le foto pubblicate ledono l'immagine dei piccoli. 

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