La Cancelleria federale ha precisato che le centomila firme necessarie non sono state inoltrate nei termini previsti.
BERNA - La seconda iniziativa popolare per garantire alla popolazione la possibilità di pagare in contanti non è riuscita. È quanto comunica la Cancelleria federale sul Foglio federale, specificando che le 100 mila firme necessarie non sono state inoltrate nei termini previsti, ossia il 21 di settembre scorso.
L'iniziativa "Chi vuole pagare in contanti deve poterlo fare!", lanciata dal Movimento svizzero per la libertà (MSL), vuole completare l'articolo 99 della Costituzione federale sulla politica monetaria. Il testo chiede alla Confederazione di garantire nei servizi di trasporto pubblico, nel commercio al dettaglio e in altri punti vendita «la possibilità di pagare con monete o banconote a un numero sufficiente di casse». È inoltre vietato «rifiutare un cliente perché desidera pagare con monete o banconote».
L'iniziativa chiede inoltre che nelle città venga installato un bancomat ogni due chilometri. Nelle località con almeno 1000 abitanti dovrebbe essere presente un distributore di banconote, mentre nei comuni più piccoli questo deve essere raggiungibile in 15 minuti in auto o con i mezzi pubblici.
La prima iniziativa e il controprogetto
Sempre il MSL ha però raccolto un numero sufficiente di firme per la prima iniziativa denominata "Sì a una valuta svizzera indipendente e libera con monete o banconote". Il testo chiede anch'esso di modificare l'articolo 99 della Costituzione. La proposta vuole fare in modo che il denaro contante sia sempre disponibile in quantità sufficiente e che la sostituzione del franco con un'altra moneta sia sottoposta al voto del popolo e dei cantoni.
Il Consiglio federale ha deciso di contrapporre a questa proposta un controprogetto diretto, ossia a livello costituzionale. Il governo riconosce infatti l'importanza delle monete e delle banconote per l'economia e la società. La legge sulla Banca nazionale e la legge federale sull'unità monetaria e i mezzi di pagamento sanciscono sia la garanzia dell'approvvigionamento in denaro contante sia il franco come valuta svizzera.
L'esecutivo è quindi disposto a inserire tali principi, già previsti nelle disposizioni di legge, anche nella Costituzione federale, per sottolineare l'importanza delle richieste avanzate dal comitato. Tuttavia, il Consiglio federale crede che il testo costituzionale proposto non sia sufficientemente preciso. Respinge inoltre le richieste che vanno oltre l'inserimento esplicito nella Costituzione dei principi dell'approvvigionamento di denaro contante e del franco come valuta svizzera.
Sempre meno contanti
Secondo un recente studio dell'università di San Gallo e della scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo (ZHAW), i contanti sono utilizzati in meno di un terzo dei pagamenti quotidiani (29%). La parte del leone la fanno le carte di debito e di credito (45% delle transazioni).
L'uso del contante varia sensibilmente in base alle caratteristiche sociali e all'età. Gli under 30 utilizzano il denaro liquido per il 28% dei pagamenti: la quota scende al 24% per le persone di età compresa tra i 30 e i 44 anni, per poi salire al 38% con l'avanzare dell'età fino agli over 60. Infine, circa una persona su sei in Svizzera fa a meno del contante.