Oltre agli antibiotici e ai farmaci contro il diabete, non è disponibile pure l'antidoto in caso di avvelenamento da amanita falloide
In Svizzera mancano 562 farmaci. Una carenza, questa, che preoccupa gli operatori sanitari, soprattutto in vista dell'arrivo della stagione fredda. La problematica è ormai nota da tempo tanto che il Consiglio federale ha già deciso di correre ai ripari, ampliando le scorte e facilitando le importazioni. Ma le contromisure del Governo potrebbero essere tardive e non essere sufficienti, un comitato di cittadini ha per questo motivo lanciato un'iniziativa popolare che vuole garantire l'approvvigionamento medico.
Una panoramica sui farmaci mancanti - Come detto, stando al sito drugshortage.ch, attualmente 562 prodotti non possono essere forniti in Svizzera. «Attualmente manca circa il sette per cento di tutti i farmaci prescritti. È molto», precisa Enea Martinelli, che è capo farmacista degli ospedali di Frutigen, Meiringen e Interlaken (BE). Un grosso problema, quindi, soprattutto per quei medicamenti per cui i pazienti hanno poche o nessuna alternativa. «È il caso - elenca il capo farmacista - dei farmaci antiepilettici, per quelli contro il Parkinson o per il diabete».
L'antidoto che non c'è - In Svizzera (e all'estero) manca poi anche l'antidoto in caso di avvelenamento da amanita falloide. «Il siero sarà disponibile solo a novembre, ovvero quando la stagione sarà conclusa», precisa Peter Wiedermeier, capo farmacista dell'ospedale di Baden (AG). «Quindi fate attenzione quali funghi raccogliete e quali mangiate».
L'arrivo dell'inverno - La stagione fredda, come detto, non fa che acuire la scarsità di medicinali. «La richiesta di antibiotici aumenterà e soprattutto quelli disolvibili in acqua per i bambini potrebbero scarseggiare», avverte Wiedemeier. Martinelli va addirittura oltre: «Alcuni di essi scarseggiano già in Svizzera e l'inverno non è ancora arrivato».
Come si muovono gli ospedali - Spesso questa scarsità non è però visibile agli occhi dei pazienti, soprattutto quelli che si trovano in ospedale. «I nosocomi - sottolinea Wiedemeier - di solito riescono a organizzare un'alternativa con un grande sforzo. La situazione è comunque tesa da diversi anni e ci fa sprecare molte risorse. La ricerca di alternative, l'approvvigionamento e la comunicazione -precisa il capo farmacista di Baden - occupa un dipendente a tempo pieno, che viene poi a mancare nell'attività quotidiana».
Medici frustrati - Anche il medico Andreas Wüst, che gestisce uno studio medico a Wädenswil (ZH), è frustrato: «Improvvisamente antibiotici o antidolorifici non sono più disponibili, e a volte nessuno sa perché» spiega a 20 Minuten. «A questo punto il medico deve quindi cambiare il farmaco, ordinare un'alternativa e inserire tutto correttamente nel sistema in modo che le assicurazioni sanitarie coprano i costi. «È un mostro burocratico, soprattutto perché a volte non si sa nemmeno quali farmaci alternativi siano coperti dalle casse malati».
Per gli studi medici, questo significa maggiori costi e anche i pazienti risentono del problema, perché a volte devono passare ad altri farmaci. Anche le farmacie hanno gli stessi problemi. «A volte - conclude Wüst - i clienti sono arrabbiati perché non ricevono i farmaci che desiderano».
Cosa dice l'autorità - L'Ufficio federale per l'approvvigionamento economico del Paese (UFAE) conferma che la situazione delle forniture è problematica da tempo. Particolarmente colpiti sono gli antibiotici orali per il trattamento delle malattie infettive batteriche. Se durante un'ondata di infezioni si verifica una carenza di un farmaco soggetto a notifica obbligatoria o a scorte, l'UFAE può attingere alle scorte obbligatorie.