Attratti in negozio per via dell'offerta di cashback si ritrovano a comprare accessori: le accuse di un ex dipendente sui metodi di vendita
ZURIGO - Vendere a tutti i costi gli accessori, piuttosto che rimborsare i clienti con l'offerta cashback. Un modus operandi che sarebbe stato attuato da Mobilezone per anni e denunciato a 20 Minuten da un ex dipendente. Il 35enne svizzero accusa infatti il rivenditore telefonico di imporre ai collaboratori «di nascondere l'offerta ai clienti», ha raccontato. Qualora invece ne fossero al corrente avrebbero dovuto fare tutto il possibile per propinare accessori anziché restituire denaro direttamente in contanti. In questo modo, il negozio poteva guadagnarci due volte. Troppo per l'ex collaboratore di Mobilezone che un bel giorno ha deciso di licenziarsi: «Non potevo più stare a guardare mentre i clienti venivano ingannati».
A riprova di quanto detto, il 35enne svizzero ha mostrato i messaggi WhatsApp scambiati all'interno del gruppo di lavoro. La pressione esercitata dai manager per concludere vendite simili era davvero tanta. L'obiettivo era di vendere prodotti più costosi dell'importo del cashback. E qualora la quota non fosse raggiunta, i direttore dei negozi venivano ammoniti con un tono «molto autoritario».
Modus operandi tipico - Purtroppo, però, questa metodologia è nota agli esperti di telecomunicazioni. Ed è utilizzata anche da altri rivenditori del settore, spiega Ralf Beyeler. «Negare informazioni ai clienti, ad esempio in relazione alle promozioni, o vendere loro accessori di cui non hanno realmente bisogno è una pratica diffusa nel settore». Questo perché molte volte i clienti vengono colti alla sprovvista e non sanno come difendersi.
Difficile da contestare - Secondo Sara Stadler, direttrice dell'Associazione per la tutela dei consumatori (SKS), questo modo di fare è una «messinscena» difficilmente contestabile legalmente. «Non è considerata ingannevole o di concorrenza sleale poiché i clienti ricevono comunque uno sconto sotto forma di buono accessorio», dice. Consiglia comunque ai consumatori «di essere insistenti nell'ottenere il cashback così come pubblicizzato». E raccomanda: «Informatevi prima di recarvi in negozio e una volta lì mantenete un sano livello di diffidenza di fronte alle grandi promesse nelle trattative di vendita».
«Nell'interesse dell'azienda» - Interpellata Mobilezone ha spiegato a 20 Minuten che «è nell'interesse dell'azienda che i clienti reinvestano l'importo derivante dal cashback nel negozio», ha affermato la portavoce Martina Högger. Tuttavia «qualora il cliente desideri il versamento dell'importo, soddisferemo la richiesta». Anche perché, nero su bianco, l'informativa del provider stabilisce la possibilità del cliente di poter scegliere tra il reinvestimento o il pagamento nel caso di tali promozioni.
La portavoce respinge poi le accuse riguardo l'eccessiva pressione sulle vendite. E sebbene Mobilezone richieda un certo livello di ambizione da parte del suo personale di vendita, ciò non trova corrispondenza con gli estratti dei messaggi forniti dall'ex dipendente. Stando alla portavoce sono da ricondurre a «una specifica comunicazione non ufficiale verificatasi all'interno di una delle nove regioni di vendita». E conclude: «Fare pressione sui dipendenti non è in linea con la filosofia aziendale».