«Non accetteremo questa repressione», ha spigato un membro del gruppo di estrema destra in un video su X.
ZURIGO - Sei esponenti del gruppo di estrema destra "Junge Tat" hanno annunciato con un video sulla piattaforma X che non intendono pagare le multe e le pene pecuniarie inflitte loro dal Ministero pubblico di Zurigo. Ciò significa che ci sarà un procedimento giudiziario.
"Non accetteremo questa repressione", dichiara un membro di "Junge Tat" nel video. Per il rappresentante del gruppo di destra radicale, si tratta di una limitazione della libertà di espressione. L'opposizione al decreto d'accusa comporta un riesame del caso da parte della procura con eventuale nuova assunzione di prove e un nuovo giudizio, in quello che è destinato a diventare il primo processo a esponenti di "Junge Tat".
Alla fine di settembre, i sei giovani estremisti di destra sono stati condannati con il decreto d'accusa a multe e pene pecuniarie che vanno dalle 100 alle 180 aliquote giornaliere, per una somma complessiva di 70'000 franchi.
Secondo la Procura, i membri di "Junge Tat" si sono resi colpevoli, tra l'altro, di discriminazione razziale, coazione e violazioni della legge sugli esplosivi. Altri capi d'accusa sono il perturbamento della libertà di credenza e di culto, delitti contro la tranquillità pubblica, danneggiamenti e violazione di domicilio, così come ascolto e registrazione di conversazioni estranee.
L'inchiesta è stata condotta in seguito alle azioni di disturbo di membri dell'organizzazione durante due eventi tenutisi a Zurigo. Nel primo, risalente all'ottobre 2022, delle drag queen leggevano dei libri ai bambini negli spazi del teatro di danza contemporanea Tanzhaus, mentre l'altro era una funzione religiosa al Pride del giugno dello stesso anno.
Divieto di ingresso per l'austriaco Martin Sellner
Il 2 ottobre 2023 esponenti del collettivo di estrema destra hanno fatto anche un blitz a Bellinzona, srotolando dalla torre di Castelgrande uno striscione con la scritta "migranti a casa".
"Junge Tat" (letteralmente "Giovane azione") intendeva anche organizzare il 19 ottobre un evento con la partecipazione dell'estremista di destra austriaco Martin Sellner. L'Ufficio federale di polizia (Fedpol) gli ha però imposto pochi giorni fa un divieto di ingresso.
Sellner ha annunciato l'intenzione di intraprendere un'azione legale contro il divieto e rispondere alla decisione delle autorità attraverso non meglio specificati "sotterfugi".
Ex capo della sezione austriaca del Movimento identitario (Identitäre Bewegung Österreich, IBÖ), Martin Sellner è una figura chiave dell'estremismo di destra in area germanofona e un teorico della "remigrazione", vale a dire il rimpatrio, anche forzato, degli stranieri verso i loro Paesi di origine.