A stabilirlo il Tribunale federale in una sentenza pubblicata oggi su un caso avvenuto nel Vallese.
LOSANNA - «La breve durata di uno stupro non può essere considerata un'attenuante nella determinazione della pena», ha precisato il Tribunale federale in una sentenza pubblicata oggi 15 ottobre.
Il caso - La decisione del Tribunale riguarda il ricorso presentato da un uomo condannato - nel mese di luglio - a tre anni e mezzo di detenzione per aver violentato una donna incontrata in un bar in Vallese. Davanti ai giudici l'imputato criticò la condanna infertagli sostenendo che si sarebbe dovuta considerare un'attenuante «la breve durata della violenza carnale da lui perpetrata».
Cosa dice il Tribunale - Il Tribunale ha ribadito che, in generale, «la durata di una violenza carnale non è legata alla gravità del reato e che il concetto di "stupro breve" è insensato, in quanto l'aggressione si realizza fin dai primi momenti dell'atto sessuale», sono le indicazioni.
Dal punto di vista della colpevolezza, proseguono i giudici, la «durata relativamente breve di uno stupro non può quindi essere considerata una circostanza attenuante. Al contrario, il fatto che la violenza si protragga per un periodo di tempo più lungo può costituire un'aggravante se è indicativa di un livello particolarmente elevato di energia criminale», sono le precisazioni.
Nella sentenza del 18 settembre il Tribunale Federale ha fatto chiarezza sulla questione. «Stando alla Corte la decisione dell'istanza del settembre 2023 citata dal ricorrente contiene sì una formulazione "isolata e inadeguata", ma la questione della durata dell'atto compiuto dall'uomo non viene tematizzata».