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L'operaio svizzero è una figura in via di estinzione? Licenziamenti, lavoro a orario ridotto, emigrazione: quanto è grave la situazione per gli addetti del settore?
BERNA - Circa 120 posti di lavoro tagliati alle acciaierie Stahl Gerlafingen. Schaerer Medical potrebbe licenziare metà dei suoi dipendenti a causa di difficoltà finanziarie. La fonderia Swiss Steel Group è alle prese con una situazione economica molto complicata. Sono alcune delle ultime notizie di cronaca legate all’industria Svizzera, sintomatiche di una situazione di crisi dell’intero comparto.
In via di estinzione? - La quota dei lavoratori, infatti, sta diminuendo. Mentre la politica, da entrambe le parti, invoca soluzioni e protezioni per il settore, da più parti ci si chiede quanto sia grave la situazione. In poche parole: l’operaio svizzero è una figura in via di estinzione?
Deindustrializzazione in atto? - Secondo George Sheldon, professore emerito dell'università di Basilea, la deindustrializzazione non è un processo nuovo, ma è in corso nei paesi più “ricchi” fino dagli anni Settanta. In Svizzera, però, ha avuto un impatto minore rispetto ad altri Stati (come, per esempio, l’Inghilterra).
Meno lavoratori - Per il docente dell’ateneo di San Gallo Thomas Friedli, uno dei motivi del calo delle percentuali di manodopera nel comparto è l'aumento della produttività. In altre parole, lo stesso risultato si ottiene con una minore quantità di persone, grazie a migliori infrastrutture, e in minor tempo.
«Abbiamo bisogno dell’industria» - Friedli, nella sua analisi, sottolinea come la manifattura sia importante per la società poiché, fra gli altri aspetti, «offre opportunità di lavoro a tutti i livelli di competenza».
Politica industriale assente? - Sempre il docente universitario mette in risalto «l’assenza di una politica industriale. Gli interventi per salvare le aziende sono rari». Per Tobias Straumann, università di Zurigo, «è necessario esaminare ogni singolo caso e valutare se le aziende sono rilevanti per la nazione».
Manodopera a basso costo - Per Sheldon, «le attività più semplici e ripetitive nella produzione si stanno spostando in paesi a basso salario. Però, d’altro canto, resta “scoperta” la quota crescente di lavori più impegnativi e che richiedono qualifiche più elevate».
