Il bilancio della sicurezza del SIC in un momento storico particolarmente delicato: «La situazione peggiora di anno in anno».
BERNA - Viviamo in un periodo pericoloso e instabile. L'ambiente polarizzato con crisi simultanee e conflitti armati in Europa rende la Svizzera nettamente meno sicura rispetto a pochi anni fa.
È l'opinione che il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) esprime nel rapporto sulla sicurezza della Svizzera 2024, presentato oggi in conferenza stampa a Berna.
Lo scopo delle analisi del SIC è quello di individuare e valutare tempestivamente le minacce e i cambiamenti rilevanti nel contesto strategico.
«La Svizzera è molto meno sicura di quanto lo fosse solo pochi anni fa», spiega il direttore del SIC Christian Dussey. La situazione, secondo lui, «è peggiorata drasticamente e probabilmente continuerà a peggiorare nell'immediato futuro».
I russi - Fra i pericoli presenti sul territorio elvetico, il SIC cita la presenza dei servizi di intelligence russi, che hanno insediato in Svizzera antenne segrete, note come "residenture" e solitamente gestite all'interno delle rappresentanze diplomatiche, si legge in un comunicato che accompagna il rapporto.
Il tentativo di Mosca di aggirare le sanzioni occidentali attraverso società private in Paesi terzi rappresenta una sfida importante per i controlli svizzeri sulle esportazioni di beni a duplice impiego.
Terrorismo - Nel 2024 assistiamo poi in Svizzera a un aumento del pericolo legato al terrorismo. Il rischio principale continua a provenire da singoli individui che si ispirano al jihadismo, i cosiddetti lupi solitari. Gli interessi ebraici e israeliani restano quindi esposti, anche alle nostre latitudini. Rimangono stabili, a un livello elevato, anche le minacce di estremismo violento di destra e di sinistra.
Particolarmente preoccupanti sono i giovani radicalizzati: «Il fascino della violenza spesso gioca un ruolo più importante dell'ideologia», spiega Dussey, «è sempre molto complesso valutare se un giovane rappresenti davvero una minaccia».
L'eventualità di un attentato in Svizzera, resta «elevato» e - stando al SIC - è addirittura aumentato nell'ultimo anno.
Il contesto internazionale - A creare timori è anche l'intricato contesto internazionale. La guerra di aggressione della Russia si è poi trasformata in un conflitto di logoramento. Al momento per Stati Uniti ed Europa è diventato più difficile, a livello politico, fornire a Kiev il sostegno di cui ha bisogno. Il tempo sembra quindi giocare a favore della Russia.
Oltre alla guerra in Ucraina, un gruppo di "autocrazie eurasiatiche" - Cina, Russia, Corea del Nord e Iran - collabora sempre più spesso anche in ambito militare, con conseguenze su guerre e crisi regionali, fatto che preoccupa il SIC.
Il SIC non poteva certo non citare, fra le situazioni preoccupanti, quella in Medio Oriente, con i conflitti sempre più intensi a Gaza e ora anche in Libano, dopo gli attacchi terroristici sferrati in Israele.
«È un momento in cui tutto il continente è sotto fortissima pressione», continua Dussey, «e la Confederazione non fa eccezione».
Gli 007 bastano?
Entro il 2028 il SIC assumerà altre 150 persone, saranno sufficienti? «Al momento il SIC può contare su un numero di uomini più o meno simile a quello della Polizia della Città di Losanna», commenta Dussey, «non siamo assolutamente ai livelli di altri Paesi, per questo noi dobbiamo focalizzarci su una massima resa con lo sforzo il più ridotto possibile».
Per questo, rispetto al 2022, il SIC ha svolto un numero minore di misure antispionaggio? «In alcune aree abbiamo deciso di attivarci in maniera più aggressiva, quindi non per forza meno interventi signifca una minore resa». Di sicuro è vero che, in generale, dobbiamo puntare a una maggiore efficacia delle nostre operazioni».