La storia di un giovane romando che ambiva a lavorare in un hotel di lusso che del suo tattoo non ha voluto saperne: «È discriminatorio».
LOSANNA - Il curriculum piace, i primi contatti con il futuro (si spera) datore di lavoro sembrano iniziare con il piede giusto. Poi la volontà di fare chiarezza: «Ho un tatuaggio sulla mano», e poi silenzio tombale. Del lavoro non se ne fa più nulla.
«Ho voluto essere corretto e trasparente, e questo è il risultato», racconta il giovane Eduardo* a 20 minutes. Il ventenne vodese, diplomatosi alla Scuola alberghiera di Losanna ha incamerato diverse esperienze importanti: «Ho già lavorato in diversi alberghi a 5 stelle come il Royal Plaza e il Four Seasons a Ginevra e anche in alcune cliniche private internazionali e il mio tattoo non è mai stato un problema».
A dirgli no lo scorso settembre, una nota struttura a 4 stelle di Montreux (VD): «Sono stato anche a Verbier (VS) dove gli standard sono altissimi, e lì le cameriere sono tatuate dalla testa ai piedi. Rifiutare dei candidati con le giuste qualifiche, solo per dei motivi estetici mi sembra una follia. Soprattutto in un settore come il nostro dove il turnover è davvero elevato e le competenze non si trovano sotto gli alberi».
In Svizzera più di una persona ogni 5 è tatuata. Per questo motivo Hotellerie Suisse è tendenzialmente favorevole a un approccio più tollerante a riguardo: «In genere i datori e i gestori delle strutture sono più aperti di qualche anno fa», conferma la portavoce Karin Sieber, «diciamo che non si può dire che il settore sia particolarmente "bacchettone" a riguardo».
Malgrado ciò, ogni struttura ha la libertà di porre i requisiti d'assunzione che reputa più consoni: «Ci sono fattori che possono portare alla scelta di un candidato non tatuato piuttosto che un altro tatuato, per esempio in base al ruolo che dev'essere ricoperto, il concept generale dell'albergo oppure la tipologia di clientela con cui si interagisce», conclude Sieber.
Contattato da 20 Minutes per una reazione, la struttura vodese che ha scartato Eduardo ha risposto con un «no comment».
*nome noto alla redazione