Cresce il malumore da parte di Comuni e Cantoni sulla questione dei rifugiati ucraini. La voce grossa della politica e il muro di Beat Jans.
BERNA - È il terzo inverno di guerra per gli ucraini. Da un punto di vista militare, la situazione è piuttosto complicata: il Paese è ancora più sulla difensiva rispetto a un anno fa, quando si sperava nell'offensiva di primavera. E poiché gran parte delle infrastrutture energetiche sono state distrutte, soffre sempre più anche la popolazione lontana dalla linea del fronte.
Di conseguenza, i profughi continuano a lasciare il proprio paese per trovare rifugio nelle nazioni occidentali. Ma, col passare dei mesi e degli anni, nei loro confronti, l’umore della popolazione degli stati ospitanti sta cambiando.
I numeri - Attualmente nella Confederazione vivono oltre 66’000 persone con statuto S. Ben 40’000 di loro hanno un'età compresa tra i 18 e i 64 anni e sono quindi in età lavorativa. Tuttavia, solo il 28% circa, cioè 11’200 persone, ha effettivamente un lavoro. In alcuni cantoni, l'occupazione è al di sotto del 15%
I costi generati dal loro sostegno diretto non sono trascurabili, nell'ultimo preventivo della Confederazione per il 2025 si parla di oltre 1,4 miliardi di franchi di contributi ai Cantoni che, assieme ai comuni, si sobbarcano il loro onere (vedi sotto, più sotto ndr.).
La proroga - Lo statuto S verrà mantenuto, perlomeno fino al 4 marzo del 2026. Lo ha deciso il 4 settembre il Consiglio federale, prorogando al contempo fino a tale data anche le misure di sostegno per i titolari.
«La condizione per la revoca di questa misura di aiuto è una stabilizzazione duratura della situazione in Ucraina e quindi l'assenza di una situazione di grave pericolo generale», ricorda il Governo in una nota.
«I recenti sviluppi mostrano però che attualmente una tale stabilizzazione non è prevedibile e occorre attendersi altri atti bellici sull'intero territorio ucraino».
I malumori - Il fatto che molti rifugiati siano in Svizzera ormai da diverso tempo rappresenta un onere per i Cantoni e i Comuni. Anche perché il numero di altri richiedenti asilo è ancora elevato.
Solo un piccolo numero di ucraini è tornato in patria, mentre il governo federale si aspetta 15’000-20’000 nuove domande da questo Paese quest'anno.
Le mozioni - «Le condizioni e le regole riguardanti lo statuto di protezione S concesso ai rifugiati ucraini vanno inasprite per evitare abusi».
È l'obiettivo che si pongono due mozioni - inoltrate da Benedikt Würth (Centro/SG) e Esther Friedli (UDC/SG) - adottate dagli Stati. Su questi atti parlamentari deve ancora esprimersi il Nazionale.
Il consigliere federale Beat Jans si è però opposto a entrambe le mozioni. Pur condividendo le preoccupazioni sugli abusi - come il caso abbastanza clamoroso emerso lo scorso febbraio nei Grigioni - Jans è fermamente convinto che «la legislazione attuale soddisfi già le richieste».