Identificati 90 incidenti in Paesi anglofoni. Il navigatore sotto i riflettori dell'Università di San Gallo.
SAN GALLO - Ingorghi, sovraffollamento su strade piccole e inadatte, invasione di aree residenziali: seguire ciecamente il GPS al volante può causare notevoli problemi. Un team di ricerca dell'Università di San Gallo ha analizzato queste dinamiche.
Per quanto utili, i sistemi di navigazione satellitare (GPS) possono talvolta portare gli automobilisti fuori strada o addirittura indirizzare auto e camion strade troppo strette, mettendo in pericolo gli altri utenti della strada e i residenti locali.
Questa tecnologia è utilizzata da oltre un miliardo di persone. "È quindi importante capire anche le conseguenze sociali", osserva Gian-Luca Savino, ricercatore post-dottorato e coautore di questa ricerca pubblicata sulla rivista PLOS One.
Nell'ambito di un progetto dell'Università di San Gallo sostenuto dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS), gli scienziati hanno cercato nel database di notizie Lexis-Nexis articoli relativi a eventi in cui i sistemi di navigazione avevano causato problemi.
Pericoli per la sicurezza - In totale, gli studiosi hanno identificato 90 incidenti verificatisi tra il 2010 e il 2023, principalmente in Paesi anglofoni. La metà degli incidenti ha riguardato ingorghi e un terzo ha coinvolto veicoli pesanti, in particolare su strade non progettate per questo volume di traffico. Le violazioni del codice della strada e i disagi per i residenti sono stati meno frequenti.
Un terzo dei rischi per la sicurezza è rappresentato dagli incidenti e dal deterioramento delle strade. "Siamo rimasti sorpresi dalla frequenza con cui l'aumento dell'inquinamento atmosferico è stato sollevato come tema", afferma Gian-Luca Savino, citato in un comunicato stampa odierno del FNS.
Per quanto riguarda le soluzioni, il team ha notato che, il più delle volte, gli adattamenti sono previsti solo su scala locale. Le strade sono state chiuse in alcune aree residenziali o sono stati introdotti divieti di svolta in alcuni luoghi.
Alcune applicazioni digitali offrono anche la possibilità di segnalare gli errori. Secondo il ricercatore, però, queste opzioni non fanno che spostare il problema: le auto scompaiono da un quartiere per riapparire in un altro.
Responsabilizzare gli automobilisti - Secondo gli autori, sono quindi necessarie idee più sistematiche, come l'adattamento degli algoritmi di fornitori come Google Maps. Il sistema potrebbe anche fornire agli utenti informazioni aggiuntive sui percorsi proposti e lasciarli liberi di scegliere.
Attualmente, la pianificazione degli itinerari si basa esclusivamente sull'idea di risparmiare tempo. Aspetti come l'impatto ambientale o i possibili rischi per la sicurezza non vengono presi in considerazione. "Sarebbe bello se le persone potessero decidere di loro spontanea volontà di mostrare maggiore considerazione", conclude Savino.