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«Non lascia lividi, ma può distruggere il mondo di un bambino»

SVIZZERA«Non lascia lividi, ma può distruggere il mondo di un bambino»

04.11.24 - 09:40
Un bimbo su 5 è vittima di violenza psicologica da parte dei genitori. Protezione infanzia Svizzera lancia una campagna di sensibilizzazione
Depositphotos (VitalikRadko)
«Non lascia lividi, ma può distruggere il mondo di un bambino»
Un bimbo su 5 è vittima di violenza psicologica da parte dei genitori. Protezione infanzia Svizzera lancia una campagna di sensibilizzazione

EDUCAZIONE FIGLI

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

BERNA - In Svizzera un bambino su cinque subisce regolarmente violenza psicologica da parte dei genitori. Uno su quattro è già stato minacciato di botte, mentre uno su tre è già stato aggredito verbalmente dai propri genitori. Questi dati (preoccupanti) emergono da uno studio sul comportamento punitivo nell'ambito della genitorialità condotto dall’Università di Friburgo su incarico della fondazione Protezione dell’infanzia Svizzera, che oggi ha lanciato una campagna di sensibilizzazione su questo fenomeno.

Protezione dell'Infanzia Svizzera

Difficile da riconoscere - La violenza psicologica è meno visibile rispetto a quella fisica. Ma provoca danni altrettanto pesanti. Frasi come «non conti nulla», «sei una delusione», «di te non me ne frega nulla» possono ferire e le conseguenze durare anche per tutta la vita. I bambini che subiscono regolarmente questi comportamenti - precisa infatti la Protezione dell'infanzia Svizzera - hanno un rischio molto maggiore di depressione, disturbi dell’apprendimento, comportamenti aggressivi e violenti o disturbi dell’attaccamento. «La violenza psicologica è invisibile, ma le sue ripercussioni nei bambini durano per tutta la vita», sottolinea la direttrice Regula Bernhard Hug. «È nostro dovere proteggere il loro mondo».

Quando parliamo di violenza psicologica? - Ma nello specifico quando si può parlare di violenza psicologica? «Essa avviene - precisa la fondazione - quando i genitori fanno intenzionalmente uso della propria autorità e influenza, adottando ripetutamente condotte non adeguate per il comportamento del bambino e per la situazione». Il piccolo percepisce quindi la reazione dei genitori come un attacco personale, che non è in grado di ricondurre a quanto accaduto in quel preciso momento. «Il bambino si sente così rifiutato, inutile e impotente».

C'è sempre un'alternativa - Proprio in questo ambito lo scorso 13 settembre il Consiglio federale ha presentato un progetto per fare in modo che l'educazione non violenta dei figli venga sancita per legge. «Nella mozione - ricorda la Protezione dell'infanzia Svizzera - viene riconosciuto che oltre alla violenza fisica, nell’educazione non debba esserci spazio nemmeno per la violenza psicologica». La palla ora è in mano al Consiglio nazionale che voterà presumibilmente nella sessione primaverile del 2025. Poi toccherà agli Stati. «I genitori si sentono spesso sotto pressione e sopraffatti, eppure c’è sempre un’alternativa alla violenza», conclude la fondazione, ricordando i vari corsi e materiali che offre per aiutare i genitori a ricorrere a metodi di educazione non violenti (qui il sito).

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COMMENTI
 

Panoramix il Druido 2 sett fa su tio
Le sberle non servono a nulla. L'educazione si da con l'esempio e con le spiegazioni. In alcune situazioni è tuttavia necessario alzare il tono di voce senza però dimenticare, una volta finita l'emergenza, di spiegare per quale motivo si è dovuti intervenire con decisione.

il saggiatore 2 sett fa su tio
Il problema è che in certe situazioni, soprattutto di urgenza (per es. quando il comportamento del bambino è pericoloso per sé o per altri e il pericolo dev'essere subito sventato), non c'è materialmente il tempo per discutere con il bambino, ovvero per fargli capire "con le buone" che non deve fare ciò che sta facendo. In casi del genere, secondo me, alzare la voce oppure, al limite, una sberla può essere indicata, anche se spiacevole.

Achoo 2 sett fa su tio
Risposta a il saggiatore
Quindi in una situazione in cui un bambino si mette in pericolo, anziché metterlo al sicuro e prevedere del tempo per spiegargli cosa è successo, tu lo picchieresti? Se non è così, ti prego, spiegati meglio.
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